Una città che abbracci il Santo Padre e che faccia sentire a lui il nostro calore perchè sarà una grande festa di popolo. Questo è l'auspicio del cardinale Angelo Bagnasco presidente della Cei e arcivescovo di Genova per l'arrivo di Papa Francesco a Genova tra due settimane il 27 maggio durante la conferenza stampa di presentazione della giornata.
"A Genova il Santo Padre troverà una chiesa discreta, umile e laboriosa come il carattere dei genovesi ossia riservato, a volte fin troppo, ma che opera e lo fa unita - spiega il cardinale Bagnasco - spesso siamo individualisti del 'maniman' ma nonostante i nostri limiti e i nostri difetti cerchiamo di camminare sempre più insieme".
Una visita molto attesa in città che già lo aspettava lo scorso settembre per il congresso eucaristico nazionale e per la quale l'entusiasmo sta crescendo giorno dopo giorno come le adesioni. Per la messa 57mila iscritti ma i numeri sono in costante aumento. Papa Francesco incontrerà tra gli altri 3500 lavoratori all'Ilva; 2700 giovani alla Guardia e 600 bambini ricoverati al Gaslini con le famiglie.
Tra le tappe di quel giorno uno, il primo, quello con il mondo del lavoro assume per il cardinale Bagnasco un significato particolare: "L'ho voluto personalmente e spero che arrivi nel cuore di tutti i lavoratori, alle aziende, alle imprese un messaggio di fiducia perchè ce n'è tanto bisogno. C'è bisogno di responsabilità da parte delle istituzioni ma anche da noi tutti. Nessuno può scaricare sugli altri, sarebbe un mostro. Mentre tutti chiediamo lavoro e le possibilità ci sono ci sia anche una conversione interiore su come dobbiamo oggi lavorare forse lavorare di più e meglio. Sicuramente dal Papa ci sarà un richiamo forte di responsabilità a tutti i livelli. A me pare vedere buoni segnali per una qualche ripresa anche se la disoccupazione è enorme".
Da Bagnasco è arrivata anche una riflessione sui migranti: "Sono il segno di Dio alla chiesa. E dopo una fase dedicata alla "prima accoglienza, ora stiamo vivendo la fase dell'integrazione fondata su tre voci: "cultura, per comprendere dove si è arrivati e dove si vuol piantare la tenda, per capire la nuova patria, poi il lavoro e la casa".
Il cardinale Bagnasco ha poi ricordato come anche i familiari del Santo Padre siano stati dei migranti e come per lui venire a Genova avrà un significato particolare "i suoi familiari sono partiti da qui alla volta dell'Argentina e quando atterrerà e vedrà Genova come l'ha descritta Wagner e Shakespeare, quando vedrà il nostro porto sono sicuro che sentirà una vibrazione nel cuore".
Si sa Papa Francesco ci ha abituato alle sorprese e a chi chiede se la città sia pronta a qualche fuori programma il cardinale risponde sorridendo: "Siamo pronti a tutto!"
cronaca
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