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Striscione pro Gasperini appeso fuori dal Signorini
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Andrea Mandorlini alle 15 precise inizia la sua avventura col Genoa. Il  primo allenamento inizia sotto il sole, ma nell’anonimato e con la discreta presenza della Digos.

Pochi i tifosi presenti al Signorini per il nuovo allenatore a cui la società si è affidata per uscire da una crisi che è costata il posto a Ivan Juric. Anzi, uno striscione campeggia sul cavalcavia dell’autostrada e non è a suo favore: “Mando va se il Gasp non ce l’hai”.  Mandorlini e il suo nuovo vice Maseri con il resto del vecchio staff tecnico  composto da Murgita, Pilati, Barbero e il preparatore dei portieri Scarpi si sistema sotto lo sguardo di Fabrizio Preziosi e di Mario Donatelli lontano dalla tribuna. Questo non impedisce di farsi sentire, infatti, dopo aver parlato con la squadra, dopo pochi minuti le prima urla verso i giocatori divisi in tre gruppi. Corse e ancora corse intervallate da esercizi tecnici col pallone.

Sono una trentina i genoani che assistono e vogliono conoscere da vicino Mandorlini uno che ha la fama da duro nello spogliatoio, quello che ci vuole per raddrizzare la schiena ad una squadra che a Pescara ha toccato il fondo e che ora non puo’ piu’ scavare. L’allenatore ex Verona cambierà modulo e questo andrà incontro alle richieste dello stesso presidente Enrico Preziosi che a Juric contesta in particolare proprio la sua cocciutaggine di non schierare il 3-5-2 da lui richiesto. Mandorlini potrebbe andare in quella direzione ma pensa pure al classico 4-3-3. Preziosi e Mandorlini dopo la firma di domenica scorsa si sono di nuovo rivisti a Pegli. Il presidente ha lasciato il quartier generale rossoblu’ dopo mezzogiorno e uno spuntino presidente e tecnico l’hanno fatto insieme con il cuoco Piero molto indaffarato visto che nella nuova sala di Villa Rostan anche i giocatori pranzano lì. Ma per le prove tattiche bisognerà aspettare il rientro imminente dallo stage con la Nazionale azzurra Cataldi e il difensore Izzo.

Intanto il vero e proprio primo giorno di Mandorlini scivola via così, nel silenzio interrotto dalle sua grida verso un Genoa che erano cloroformizzati.