Matteo Renzi, dopo la riunione della direzione di lunedì, cerca una mediazione per evitare lo strappo con la minoranza all'assemblea di domenica ma la situazione sembra ormai compromessa. L'ultimo incontro tra Lorenzo Guerini e Pier Luigi Bersani con la proposta renziana di un confronto programmatico nei tempi del congresso è stata respinta al mittente dall'ex segretario che chiede al leadem dem e ai suoi di "fermarsi" e di non "stravolgere il Pd per le velleità di una persona sola".
Renzi, al Nazareno, ha incontrato tutti gli esponenti della maggioranza, da Piero Fassino a Maurizio Martina. Ma alla luce del fallito incontro tra Guerini e Bersani, l'impressione al vertice Pd è che la minoranza abbia tratto il dado della scissione.
L'appello di Bersani: 'Prima il paese, poi il partito, poi le esigenze di ciascuno' - "Questo criterio, per me e per tanti, e spero per tutti noi, è la base stessa della politica. Se noi non teniamo ferma questa sequenza, non siamo più il Pd. Mi sono dunque rivolto e mi rivolgo a tutti quelli che hanno buon senso. Al segretario e a tutti coloro che lo hanno sostenuto dico: non date seguito alle infauste conclusioni dell'ultima direzione. Fermatevi". E' l'appello lanciato da Pier Luigi Bersani sull'Huffington Post ribadendo la sua road map. "Se consentissimo l'ordinario svolgimento delle cose - sostiene Bersani - non mancherebbe la possibilità di questa radicale e ineludibile discussione. Abbiamo una maggioranza e un governo che possono e devono operare fino al 2018, col tempo dunque di correggere le cose che non hanno funzionato. La data ordinaria e statutaria del Congresso (da giugno all'autunno) può consentire un percorso che si avvii con una discussione comune che ridefinisca il perimetro e i muri della nostra casa, i cardini essenziali della nostra proposta prima di passare alla sfida tra i candidati. Serve dunque, prima del vero e proprio confronto congressuale, una riflessione fondativa che definisca il profilo del Pd di fronte alle sfide nuove, un passaggio da costruire con un lavoro unitario. Potremmo peraltro avere alle spalle la cognizione del quadro di regole elettorali nel quale inserire la proposta politica. Questo percorso semplice, logico e utile al paese, viene inopinatamente e incomprensibilmente stravolto".
Speranza, se il partito è di Renzi non ci sarà spazio per noi - "Veltroni e Bersani dopo le dimissioni non si sono più ricandidati. E quello era un gesto di estrema generosità verso il partito. Queste dimissioni mi sembrano piuttosto un atto di egocentrismo, di egoismo. Non dirò mai a Renzi di candidarsi o meno, ma gli dico di fare attenzione, perché se il PD è di Renzi, allora non ci sarà spazio per noi": così Roberto Speranza (PD), ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7.
"Se Renzi non si ferma la scissione è nei fatti ormai", ha detto anche il governatore della Puglia Michele Emiliano alla registrazione di Night Tabloid dove aggiunge: "E' finita l' epoca della rottamazione; ora bisogna costruire e Renzi non è persona adatta a costruire. Se volgiamo stare insieme proviamo a capire quale può essere il minimo e il massimo e il comune denominatore che ci tiene insieme".
Finocchiaro: bene Orlando, Pd non esiste senza sinistra - "Le suggestioni e il percorso indicato da Andrea Orlando mi sembra possano essere un punto di partenza importante per la nostra discussione". Lo afferma il ministro per i Rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro (Pd) in una nota nella quale dichiara anche che "il Pd non può esistere, in un momento così complesso e difficile, senza la sinistra". Ho assistito a diverse scissioni nella mia vita politica e parlamentare - dichiara Finocchiaro - pare che nessuna di esse abbia rafforzato la sinistra. E anzi spesso ha bruciato personalità politiche di primo livello, disorientato l'elettorato, ridotto la forza della proposta politica". "Ho contribuito alla nascita del Pd e come molti altri miei compagni di strada ho creduto in un progetto che rivitalizzasse le stesse ragioni del nostro impegno politico, fosse in grado di aggiornare la nostra analisi, ci mettesse in contatto con mondi, soggetti e questioni che non appartenevano esattamente alla nostra tradizione. Così adesso - aggiunge - il Pd non può esistere, in un momento complesso e difficile, senza la sinistra".
Intanto Giuliano Pisapia, in un post su Facebook, dopo l'incontro a Milano con Matteo Renzi conferma il persorso autonomo di Campo Progressista. "Campo Progressista prosegue in piena autonomia il lavoro": Giuliano Pisapia lo sottolinea in un post su Facebook senza parlare dell'incontro di ieri con Matteo Renzi a Milano (che lui non ha confermato ma che nel Pd assicurano sia avvenuto). "Nei prossimi giorni in Italia si confronteranno storie, proposte politiche, biografie che appartengono alla grande famiglia del centrosinistra - ha osservato l'ex sindaco -. Il mio auspicio è che nel confronto serio e anche aspro che si svolgerà a Rimini e a Roma tutti facciano lo sforzo di ritrovare prima i valori comuni che le ragioni di divisione e di separazione. Il #CampoProgressista che abbiamo immaginato e stiamo iniziando a progettare vuole innanzi tutto essere utile a questo".
politica
Pd, Bersani a Renzi: "Fermati, prima pensiamo al Paese"
Minoranza verso la scissione
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