Daniela Crocco la incontriamo mentre sta andando nel bosco di Craviasco a portare due nanetti "i miei preferiti" e una foto del papà con "la maglietta che gli avevo fatto fare io" dove è stato ucciso Albano Crocco. Poche ore fa ha confessato Claudio Borgarelli "ma io lo sapevo dal primo giorno che era stato lui, lo guardavo negli occhi e capivo che non era più lo stesso sguardo di sempre" si sfoga Daniela.
"La confessione è stata un sollevio, ma allo stesso tempo una doppia tragedia. Mio cugino è stata la prima persona che ho chiamato. Io avevo un rapporto particolare con lui. Sapevo di questi dissidi. Lui ha affermato che questi maledetti paletti, che poi sarebbero il motivo per cui ha ucciso mio padre, era divelti quel giorno. Questo non è vero, quei paletti erano su. Lui probabilmente vorrà appigliarsi a qualsiasi cosa, ma io lotterò per mio padre e cercherò giustizia. Lui deve pagare per quello che ha fatto. Deve rimanere tra quattro mura e non deve più vedere niente".
"Lui ha agito in maniera assolutamente lucida. So che ha chiesto la perizia psichiatrica. Non voglio assolutamente che gli venga l'infermità mentale, visto che ha agito lucidamente. Lucidamente ha anche risposto alle domande dei giornalisti. Adesso è crollato. Io sapevo che sarebbe crollato, perché quel giorno nel bosco che si è rivolto a me il suo viso non era quello solito. E lo avevo detto anche ai carabinieri".
"È un movente davvero stupido. È da questa estate che quei paletti sono al centro di una diatriba. Ma voglio ribadire, lo farò anche davanti ai carabinieri, che quel giorno i paletti erano su. Io quel giorno c'ero. Anzi, quando mi è stata consegnata la macchina di mio padre, la prima cosa che ho fatto è stato andare verso casa di mio cugino per cercare una spiegazione. Non c'era e per la rabbia li ho tolti io, uno ad uno, compresa la griglia. E l'ho detto anche a mio cugino".
"Io ho chiesto perdono a mio papà perché per adesso, non so poi, non riesco a provare odio verso Claudio. Mio papà mi ha insegnato ad essere una persona buona e ad aiutare gli altri. L'unica cosa che ho chiesto anche al mio avvocatpo è di incontrarlo al più presto in carcere per guardarlo negli occhi. Voglio solo dirgli: 'cosa hai fatto? cosa hai combinato? '. Io l'ho sognato mio cugino. ho sognato che eravamo nel bosco, che mi chiamava e, allargando le braccia, mi diceva: s'ono stato io'. "
"Perdonare? No, io non lo perdonerò mai. Ha rovinato un'intera famiglia. Quest'estate mi ha detto: 'per il bene che ti voglio e per il bene che tu vuoi a loro, i tuoi cani non li ammazzo'. Non ha ammazzato i cani, ha ammazzato mio padre. Se mi voleva davvero - come dicevi - non faceva una cosa del genere. Io devo guardarlo negli occhi, non per avere delle risposte, ma perché voglio incontrarlo".
cronaca
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