Ho letto con molto interesse gli interventi nel dibattito sul referendum che Primocanale ha aperto con l'opinione di Maurizio Rossi. Ho letto altri interventi su quotidiani nazionali, anche i pareri di illustri costituzionalisti. Motivazioni valide anche da opposti fronti politici.
Per non farmi mancare niente ho letto anche espressioni di sentimenti in libertà (troppa) di cosiddetti intellettuali, scrittori, parolieri, filosofi per lo più televisivi, giornalisti, conduttori di show, attori e registi e frequentatrici dei jet set, ascoltati come fossero costituzionalisti. Leggo tutto quello che esce su questo referendum, divoro parole e cerco ormai con un margine crescente di disperazione di farmi una ragione. Che sia davvero un referendum costituzionale.
Poi parlo con i miei concittadini che non hanno un'opinione chiara, e scopro che non ne sanno nulla: ma sono convinti che il referendum è il mezzo offerto per tenersi il premier o mandarlo definitivamente a casa. Lui, la Boschi, i gigli magici e le sue riforme. E qui sta l'equivoco e il colossale e pericoloso inghippo.
Non riesco nemmeno io a farmi una opinione. Nonostante tutto e tutti. È' più forte di me, e le analisi pur così variegate, non riescono a convincermi. Stato d'animo che mai mi aveva colto da quando ho cominciato a frequentare le urne italiche, ahimè da tanti anni.
Dunque vogliamo abolire questo Senato? Bene, sono d'accordo. Bravo Renzi. Troppi vai e vieni con la Camera. Troppi parlamentari e strapagati e ricoperti di privilegi borbonici.
Ma non mi piace il nuovo Senato della riforma, sorta di circolo del wist per consiglieri con doppio lavoro. Meglio sarebbe che questi facessero il loro bene e onestamente, si occupassero a tempo pieno del loro territorio, possibilmente senza acquistare mutande di seta o pagarsi resort con i soldi dei cittadini che rappresentano.
Però vorrei anche uno Stato più rapido, meno complicato. Uno Stato accessibile, trasparente. Un governo eletto che governa e se sbaglia va a casa per volontà dei cittadini. Se invece lavora bene, resta e continua la marcia. E mi chiedo come mai quelli che oggi partecipano al vasto coro del No in oltre trent'anni di loro governi (destra e sinistra) non siano mai riusciti a varare uno straccio di riforma. Mai. Tantissime parole, altrettante polemiche , poi il vuoto.
Vi piace il federalismo alla Bossi-Maroni? Quello che portava i ministeri a Carugate? O che voleva programmi scolastici differenziati per abitanti della Brianza e cittadini della Murgia? Quello per cui la sanità in Lombardia è' in mano privata mentre in Liguria è' di stampo semi-sovietico? A me no, non va bene. Preferirei una sanità seria, meritocratica, che mette davvero in pratica l'antica riforma che con la gestione della salute universalistica ha fatto dell'Italia un paese molto più civile e solidale di altri.
Ma nella riforma della coppia Renzi-Boschi il ritorno al centralismo è' eccessivo, toglie troppa autonomia ai territori , è' punitivo e vuol decidere tutto da Roma, lasciando al contrario intatti i vergognosi privilegi delle regioni a statuto speciale con i loro baracconi costosissimi di cortigiani. Altro che i 50 milioni da togliere ai senatori per dare ai poveri!
Sono convinto che l'attuale legge elettorale sia orribile. Bene cambiarla. Ma l'Italicum è' un disastro e soprattutto è' inammissibile un premio di maggioranza da monarca assoluto che piacerebbe anche a Erdogan.
In verità , cari amici, non ho nessuna intenzione di contribuire a mandare a casa Matteo Renzi con un referendum costituzionale. Semmai mi venisse voglia di dare questo mio modesto contributo al Paese, e è' possibile, vorrei farlo con regolari elezioni politiche e con una legge elettorale almeno decente. Basterebbe copiare bene dagli altri.
Dunque ecco perché mi sta venendo una voglia pazza. Quella di non partecipare al voto. Di starmene a casa, a novembre, davanti al caminetto , leggendo un bel giallo di Simenon. Intanto che io vada al seggio o no cambia poco. Non contribuisco a far fallire una così meravigliosa prova di partecipazione democratica, perche questo referendum in materia costituzionale non ha quorum. Vale anche se vanno a votare solo Renzi e la sua signora, la Boschi e il papà, Berlusconi e il suo giardiniere (quello specialista dei cactus), Salvini e le guardie padane.
Però prima di decidere aspetto fiducioso. Per esempio che il premier cambi qualcosa e magari ripensi anche alla legge elettorale. E che il Paese si svegli da un letargo pericoloso.
politica
Tra Renzi e il Senato c'è' anche il non voto
In vista del referendum costituzionale
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