porti e logistica

Il Consiglio di Stato chiede gare per le concessioni
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Ad agosto i terminalisti genovesi chiedevano proroghe delle concessioni senza gara, con la solita procedura di evidenza pubblica che il Consiglio di Stato dagli anni Novanta ha dichiarato tante volte non corretta, richiamando alla necessità di una gara vera e propria.

L’autorità portuale di Genova, con il presidente uscente Luigi Merlo, in linea con le osservazioni del senatore Maurizio Rossi in commissione Trasporti, decise di sospendere tutto. O meglio, come ha precisato l’ammiraglio e commissario Giovanni Pettorino, le istruttorie sono avviate. Ma si vedrà. Insomma, il porto di Genova prende tempo, aspettando il nuovo regolamento in ritardo di 20 anni, che dovrà tenere conto dell’ennesimo pronunciamento del Consiglio di Stato che chiede, per l’ennesima volta le gare, non come avvenuto a Trieste dove le proroghe sono state date anche per sessant’anni, col plauso della Serracchiani e lo sdegno di Rossi.
 
Ora i terminalisti genovesi, 'invidiosi' di quanto fatto in altri porti, compresa La Spezia, gridano allo scandalo: "La legge deve essere uguale per tutti altrimenti si chiama distorsione di concorrenza - dice Gilberto Danesi presidente dei Terminalisti genovesi - Dovevano fare a Genova come gli altri o bloccare gli altri perché se uno deve fare un investimento a Genova, comprare una gru, non la compra".

Così i terminalisti usano come ostaggio la certezza degli investimenti e i traffici, per difendere i loro interessi. Ma il Consiglio di Stato non ci sta, e ribadisce: fermi tutti, serve una gara. Punto e basta.