Non sarà mica che ai genovesi piace restare così isolati, così inaccessibili, così refrattari a collegarsi con il resto del mondo? Le autostrade che ci permettono di viaggiare e di uscire da questo strangolamento sono state costruite tra la fine degli anni Cinquanta e i primi anni Settanta. A parte la mitica Camionale di mussoliniana memoria. Poi nulla, zero, neppure un progetto. Solo la Bretella, poi diventata Gronda, poi diventata il Nulla come è oggi.
Non costruiamo, non progettiamo, non studiamo nessun collegamento che migliori le infernali condizioni dell'isolamento esterno e interno. Nei week end primaverili ed estivi, nelle vacanze e nelle feste comandate Genova e la Liguria sono proprio l'inferno delle code: siamo sempre primi nella hit parade di Onda Verde, radio 103,3: serpenti di sessanta-settanta chilometri verso il Ponente, quaranta Cinquanta verso Levante. I turisti che vengono a spendere qualche ora a casa nostra pagano pegno restando inchiodati tra Ventimiglia e Genova, tra Sestri Levante e Genova per ore e ore.
Sono rassegnati all'eternità di questa condizione, che si ripete da decenni oramai. Appunto dagli anni Settanta-Ottanta. I genovesi e i liguri che devono spostarsi da una zona all'altra in direzione di Genova, se arrivano da Ponente e sono tanti ogni giorno, si fanno il segno della croce a Voltri perchè sanno che potrebbero impiegare ore a entrare in città in condizioni normali. Al minimo incidente in entrata o in uscita le autostrade si strangolano: non è solo tempo tempo perso, sono affari, usura, lavoro che si disperdono in quelle code.
Che fare? Alternative viarie non ce ne sono. L'Aurelia è un imbuto a singhiozzo dove piovono frane devastanti come quella di Arenzano che sta producendo danni incalcolabili nell'economia di quell'area e non solo. Le Aurelie bis sono chimere. I treni fanno ridere per la lentezza, per l'incapacità di offrire servizi decenti. Si salvano con il numero chiuso in zone chiave come le Cinque Terre. O prenoti per tempo o resti sul marciapiede. E se vai oltre Albenga a Ponente finisci sul binario unico, come nel Far West.
Resta una soluzione: viaggiare via mare, come nell'Ottocento prima che arrivasse la ferrovia. Intanto siamo isolati e spacciati. Alza la voce solo il senatore Maurizio Rossi su questo tema: ministri, e ne abbiamo ben due, deputati e senatori, e sono quasi una trentina, fanno flanella a Roma, i consulenti hanno altri pensieri, i sindaci non si fanno sentire.Non abbiamo futuro, anzi lo abbiamo in coda fino a quando le vecchie austostrade reggeranno. Dopo, chissà...
politica
Isolamento della Liguria, non ci resta che il mare
Al minimo incidente le autostrade si strangolano
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