porti e logistica

Dai rumors in banchina alla mossa di Toti
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Si è misurato nello scontro per la segreteria provinciale del Pd, ma nella roccaforte di Sarzana il suo candidato ne è uscito con le orecchie basse. Ora la corrente del (suo) Partito Democratico che ha vinto lo vuole rottamare da presidente dell'Autorità portuale. E la scusa potrebbe arrivare dall'interpretazione della Legge Madia: i pensionati non possono assumere un incarico del genere e devono lasciare il posto ad altri. Un comma che riguarda Lorenzo Forcieri, al pari di Gallanti e Costa. Un vero e proprio metodo-Pd per fare spazio al suo interno, mettendo in soffitta i "resistenti" della vecchia nomenclatura.

LA MOSSA DI TOTI - C'è da aspettarsi il tentativo di modificare la norma, anche perché in Liguria va in scena il teatro dell'assurdo. Il main sponsor per la riconferma del sinistroso Forcieri è chi meno t'aspetti: il governatore ligure e totem di Forza Italia Giovanni Toti. La mossa? Siccome pare assodato un accordo nazionale che almeno un paio delle authority ridotte nel numero vengano assegnate al centrodestra, Toti trama per lasciare al Pd (ma a chi vuole lui) quella della Spezia, liberando così la casella dell'Autorità portuale di Genova per un cavallo di Forza Italia. E un nome in mente Toti ce l'ha: quel Sandro Biasotti deputato di Forza Italia e - secondo i bene informati - pupillo del terminalisfta Aldo Spinelli, fra i partecipanti alla cena raccogli-fondi che ha segnato anche il varo della fondazione totiana Change.

IL PATTO LIGURE DEL NAZARENO - I porti liguri oggi possono contare su un 'asse forte' che annovera il terminalista Spinelli, il piddino Forcieri, i forzisti Toti e Biasotti. Una Patto portuale del Nazareno in salsa ligure nel quale viene coinvolta anche Debora Serracchiani, responsabile nazionale del Pd dei trasporti e governatrice friulana. E con l'incognita dell'onorevole Giachino. Una vita al fianco di Silvio Berlusconi e già responsabile nazionale dei trasporti di Forza Italia, l'ex parlamentare dopo la sconfitta dei 'burlandiani' alle Regionali viene preso di corsa da Spinelli in Saimare per bilanciare politicamente il gruppo. Ora dice che lascia la politica, perché probabilmente più utile nel suo nuovo ruolo, essendo sbocciato il feeling tra Spinelli e Toti.

RIFORMA E MARKETTE - Durante l'ultima conferenza Stato-Regioni il ministro Delrio ha dovuto ingoiare un boccone amaro. Su iniziativa dei governatori Toti (per Savona) e De Luca (per Salerno), l'autore della riforma è stato costretto - per colpa del 'solito' Titolo V che vede la materia portuale fra quelle "concorrenti", cioè con decisioni di Stato e Regioni - ad accettare le richieste di proroga sino a 3 anni delle autorità portuali che devono essere accorpate. Che il pensiero voli alla più classica delle 'markette' elettorali in previsione delle Comunali di giugno a Savona, è giusto un attimo. Anche perché centrodestra e centrosinistra sono terrorizzati dall'ipotesi di vittoria del Movimento 5 Stelle che ha capitalizzato al meglio la mala gestione dello scandalo-bitume nel porto.

RUMORS IN BANCHINA - Girando tra i moli di Genova e Savona, poi, le voci di terminalisti che non si sentirebbero rappresentati o tutelati dalle nuove forme di Autorità portuale fanno a cazzotti col buon senso. Il motivo? Potrebbe esaurirsi con la riforma Delrio quel conflitto d'interessi latente tra privati e autorità che condividevano lo stesso comitato portuale. Una porta girevole in cui entrava uno e usciva l'altro, e così via per decenni, accompagnato dagli affari che dovevano essere difesi.

IL RINNOVO DELLE CONCESSIONI - In gioco adesso ci sono le concessioni e c'è chi attende con ansia di leggere il nuovo regolamento della ormai nota riforma alla legge 84/94 che Delrio aveva promesso ed è rimasto (troppo) a lungo sul tavolo del ministro Padoan. Gli uffici ministeriali del Mit informarono per tempo il presidente di Palazzo San Giorgio Luigi Merlo quando chiese, l'estate scorsa, lumi sulle richieste di proroghe ultra cinquantennali pervenute con 5 anni di anticipo con promesse di investimenti per centinaia di milioni, ma senza garanzie.




Il ministero scrisse a Merlo di effettuare sì le pubblicazioni, ma che prima di procedere alle assegnazioni sarebbe arrivato il nuovo regolamento. Proprio quello atteso da oltre 20 anni, proprio quello che avrebbe chiarito ogni punto relativo a proroghe, garanzie di investimenti e altro. Proprio quello che attendiamo di leggere appena arriverà dal Consiglio di Stato.