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“Non piace affatto neanche a me l’appalto integrato. Bisognerà sempre più andare all'idea che il progetto sia il primo atto da appaltare”. Una posizione netta quella espressa da Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, in audizione alla Commissione ottava del Senato. “L’appalto integrato è la prova della incapacità della stazione appaltante di fare i progetti”, ha sottolineato con fermezza Cantone.

Una situazione che tocca molto da vicino Genova e la situazione di Erzelli. L’idea che Ght si occupi della fase progettuale e anche di quella successiva potrebbe infatti “non piacere” alla massima autorità anticorruzione. “Credo che il sistema dell’appalto integrato dovrebbe diventare solo e unicamente un’eccezione”, ha ribadito Cantone.

Il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione si è soffermato anche sulle ragioni che hanno portato all’ampio ricorso dell’appalto integrato. “Nasce dal sistema della frammentazione delle stazioni appaltanti, la incapacità spesso delle stazioni appaltanti di fare progetti particolarmente complicati fa sì che tu affidi il progetto chiavi in mano”, ha detto Cantone, che poi ha voluto ricordare l’attività svolta dall’Anac per sopperire alle carenze progettuali. “Vi segnalo, anche perché si tratta di una nostra attività di soft law, come abbiamo in qualche modo regolato la questione dei servizi di progettazione con determinate linee guida su questo punto, provando anche a mettere in campo meccanismi che garantiscono da un lato, per esempio, le società di progettazione, e dall’altro i singoli professionisti”, ha concluso Cantone.