Pastori alla riscossa in tempi di crisi con le esportazioni di Pecorino e Fiore Sardo con un effetto traino sul prezzo che ha sorpassato per la prima volta quello del Parmigiano Reggiano, il più apprezzato e imitato formaggio di latte vaccino del mondo. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al primo quadrimestre dell'anno dalla quale si evidenzia che con il successo all’estero il prezzo all’ingrosso del pecorino romano e stato di 8,2 euro al chilo e per la prima volta ha superato la quotazione di 8 euro al chilo del Parmigiano Reggiano a 12 mesi di stagionatura che purtroppo è in preoccupante calo.
Un sorpasso storico che - sottolinea la Coldiretti - sta avendo riflessi sul prezzo del latte di pecora che potrebbe avvicinarsi a breve ad un euro al litro che consentirebbe almeno di coprire i costi di produzione in continuo aumento. Si è verificata - spiega la Coldiretti - un progressiva escalation delle quotazioni del Pecorino Romano che sono praticamente raddoppiate negli ultimi tre anni, a partire dal 2011 quando il prezzo era fissato a 4.8 euro al chilo. Un cambiamento significativo per l’Italia dove ci sono 6,2 milioni di pecore allevati e circa 700mila capre, che pascolano soprattutto in Sardegna dove si allevano 3,2 milioni di pecore, in Sicilia (770mila), nel Lazio (630.000) e Toscana (420.000) anche se allevamenti sono presenti lungo tutta la penisola. La produzione di latte ovino in Italia e di 400mila tonnellate (28mila quello caprino) mentre quella di formaggi di pecora è di 67mila tonnellate all’anno.
Solo per il Pecorino Romano Dop - precisa la Coldiretti - la produzione è stata di 24.700 tonnellate nel 2013 durante il quale oltre un terzo della produzione per un totale di 10mila tonnellate è stata esportata negli Usa e 5200 tonnellate nell’Unione Europea. Il clima più positivo è confermato anche dal fatto che in Italia si stima che - sostiene la Coldiretti - siano circa tremila i giovani che per battere la disoccupazione hanno scelto di mettersi alla guida di un gregge in una scelta di vita dove a preoccupare più della crisi sono gli attacchi degli animali selvatici, ai cinghiali ai lupi, che si sono moltiplicati nelle campagne. Si tratta in gran parte di giovani che intendono dare continuità all’attività dei genitori ma ci sono anche ingressi ex novo spinti dalla voglia di trovare una occupazione alternativa a contatto con gli animali e la natura.
economia
Storica riscossa dei pastori, Pecorino supera Parmigiano: export +20%
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