“Il Dl approvato ieri è un atto non risolutivo, un piccolo passo in avanti. Il Governo Letta e il Ministro Gianpiero D'Alia dovranno dimostrare con i fatti la veridicità degli impegni presi. Senza risorse, con gli attuali vincoli di bilancio e il blocco del turn over intatti, i risultati rischiano di essere molto deludenti”.
Con una nota congiunta Rossana Dettori, Giovanni Faverin, Giovanni Torluccio e Benedetto Attili segretari generali di Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa commentano l'approvazione in Consiglio dei Ministri del Dl che prevede meccanismi di stabilizzazione tramite concorso per i precari delle pubbliche amministrazioni. “Abbiamo apprezzato anche pubblicamente il cambio di passo da parte del Governo e del Ministro D'Alia - aggiungono i quattro sindacalisti - ma adesso agli impegni pubblici devono seguire risultati. Non vorremmo trovarci per l'ennesima volta di fronte a proclami tanto seducenti quanto effimeri. Il rischio è di creare aspettative per poi disattenderle, come già successo in passato”. “
Attendiamo una convocazione per poter discutere nel dettaglio le prossime iniziative su questo fronte e trovare strumenti che garantiscano l'occupazione degli oltre 150mila precari delle pubbliche amministrazioni. Da solo – concludono Dettori, Faverin, Torluccio e Attili - il Dl non basta”.
politica
Uil, proposta di Letta piccolo passo per risolvere problema
1 minuto e 1 secondo di lettura
Ultime notizie
- Tragedia nel Savonese, 35enne muore annegato in un lago artificiale
- Scivola in un dirupo mentre gioca con gli amici: 14enne all'ospedale in elicottero
- Fece sparire prezioso anello di un cliente, condannato un gioielliere di Genova
- L'oncologo De Censi lascia Genova dopo 20 anni: "Offerta irrinunciabile in Portogallo"
- Evani, orgoglio Samp: "Eravamo sotto un treno, ora vogliamo riscrivere il finale"
- Punto primo intervento di Albenga, Bucci: "Garantito servizio 24 ore per l'estate"
IL COMMENTO
Se la cultura cambia marcia con lo stesso regista di prima
I 14 giorni di Paroli per risolvere non solo il caso Spinelli ma per salvare il porto