
Sono già 21.500 i biglietti venduti in meno di due giorni per il play out d'andata di domenica tra Sampdoria e Salernitana (vendite in corso, dati aggiornati alla serata di giovedì), match che è stato ufficializzato solo nella giornata di ieri dalla Lega di B e che rimette in corsa i blucerchiati per la salvezza dopo la retrocessione dello scorso maggio, per effetto della penalizzazione del Brescia che nei fatti ha riscritto la classifica del campionato di Serie B.
I biglietti col nome falso
La Sampdoria intanto sta provvedendo ad annullare i biglietti acquistati in queste ore con nominativi falsi (per la gara sono previsti prezzi popolari): i trasgressori sono perseguibili per legge - fa sapere il club - e possono essere segnalati alle autorità competenti. I tagliandi annullati sono circa un centinaio. I biglietti a prezzi simbolici, 1 euro per l'acquisto on line e 5 per la vendita nei punti autorizzati, sono comunque riservati ai soli tifosi sampdoriani abbonati.
In queste ore sono comparsi diversi screenshot via whatsapp e social di biglietti di Sampdoria-Salernitana con nomi di fantasia o comunque riferiti al mondo del calcio (si va, per capirci, da Gabriele Gravina fino a Massimo Ferrero) che lasciano pensare a iniziative di altre tifoserie, forse di qualche tifoso genoano, con l'obiettivo di togliere qualche posto (e lasciarli vuoti, con ogni probabilità) ai supporter doriani. L'acquisto dei biglietti con le generalità reali è ovviamente consentito, per Sampdoria-Salernitana, anche ai non abbonati blucerchiati e quindi in linea teorica anche ai sostenitori delle altre squadre. Per i residenti in Campania è possibile acquistare solo i biglietti del settore ospiti (finora ne sono stati acquisiti 230, ultimo dato di ieri sera).
Iscriviti ai canali di Primocanale su WhatsApp, Facebook e Telegram. Resta aggiornato sulle notizie da Genova e dalla Liguria anche sul profilo Instagram e sulla pagina Facebook
IL COMMENTO
Dieci anni senza il Corriere Mercantile: un pezzo di Genova che manca ancora
Pd garantista dopo il caso Sala, ma la speranza si chiama Salis