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Il mondo del calcio post-Covid sembra sempre più propenso ad attingere alle scappatoie legali garantite dal Codice per la crisi di impresa per limare i propri debiti: dopo il tentativo fallito della Reggina e quella andato invece a buon fine della Sampdoria, tocca adesso al Genoa portare le carte in Tribunale per chiedere l'omologa di un accordo di ristrutturazione del debito.

A quanto si apprende la società rossoblù, guidata dal fondo statunitense 777 Partners, avrebbe chiesto al tribunale di omologare l'accordo sottoscritto con l'Agenzia delle Entrate che ridurrebbe significativamente l'esposizione del club con il fisco italiano: il debito erariale, certificato al 31 dicembre dello scorso anno, ammontava a oltre 106 milioni di Euro e secondo le intese raggiunte tra il Genoa e lo Stato sarà ridotto a poco più di 37. Un risparmio di quasi 70 milioni di Euro che darebbe ossigeno alle casse della società.

Per andare in porto l'operazione necessita adesso dell'intervento del tribunale di Genova che dovrà decidere se omologare o meno questo accordo: per ottenere il Si dei giudici il club di Villa Rostan metterebbe in pegno il proprio marchio, i suoi diritti di archivio e una 'lettera di patronage' dell'azionista 777 Partners. Quest'ultimo documento viene definito 'garanzia atipica' dalle consuetudini del diritto italiiano: è uno strumento particolarmente diffuso in ambito anglosassone e ha la funzione di rappresentare una sorta di garanzia morale da parte di una società capogruppo su un'intera operazione e sostituisce la più classica fidejussione. La forza giuridica di questa lettera sarà senz'altro oggetto di valutazione del giudice che dovrà occuparsi dell'intera vicenda.

I debiti che il Genoa intende ristrutturare sono, per quanto se ne sa allo stato attuale, solo quelli che il club ha contratto con l'Agenzia delle Entrate: non sarebbero previste, dunque, ristrutturazioni con soggetti privati come banche e fornitori. Gli oltre 100 milioni di pendenze maturate con l'erario sarebbero legate alla precedente gestione di Enrico Preziosi: è da capire se questa somma sia stata correttamente inserita tra i debiti calcolati nella due diligence efffettuata in fase di compravendita del club o se siano emersi in un secondo tempo. Qualora così fosse non è da escludere che l'attuale proprietà possa tentare di rivalersi su quella precedente, soprattutto se l'omologa, per qualunque ragione, non dovesse andare in porto.

Attivare questa procedura garantirà in ogni caso un enorme risparmio economico alla società ma non è privo di conseguenze spiacevoli: quella principale, sul piano sportivo, è legata al blocco delle operazioni di mercato con saldo negativo. Questa fattispecie è prevista dalle cosiddette Noif, cioè le Norme organizzative interne della Federcalcio: i rossoblù, in sostanza, potranno acquistare calciatori solo cedendone altri di pari valore, così da non generare un segno meno nel bilancio societario. Una limitazione non semplice da gestire che si ripercuoterà su due sessioni di mercato: resta da capire se il blocco alle operazioni in perdita si applicherà alla sessione di gennaio e a quella estiva o se partirà da quella estiva per poi ripetersi nel prossimo mercato di riparazione (gennaio 2025); ciò dipenderà dalle date in cui eventualmente arriverà l'omologa.

Sullo sfondo di questa operazione resta la proprietà americana del Genoa: accolta con grande favore dalla tifoseria, ormai logorata dal rapporto con l'ex presidente Preziosi, dopo il duro impatto dei primi mesi che hanno portato alla retrocessione ha saputo centrare immediatamente il ritorno in serie A e ha messo a dispozione di Alberto Gilardino una rosa che sembra adeguata alle ambizioni di consolidamento nella massima categoria. Ma attorno ai 777 Partners non sono comunque mancate le nubi: prima i rapporti tesi con l'ex Preziosi (rimasto inizialmente nel board e poi uscito con coda polemica) poi la grana del mancato pagamento Irpef, poi sistemato con ritardo, che ha generato un punto di penalità nello scorso campionato di serie B. In mezzo le accuse del magazine norvegese Josimar, che aveva fatto le pulci ai bilanci in perdita delle varie società gestite dal fondo, ma anche l'acquisizione dell'Everton, una delle più prestigiose squadre di calcio inglesi (al momento al 16esimo posto della Premier League).

Dal suo arrivo a Genova il gruppo americano ha investito molti milioni nel club: la solidità del fondo, che recentemente ha anche lanciato un bond per la realizzazione del nuovo centro sportivo, non può ovviamente essere messa in discussione ma toccherà adesso al tribunale di Genova valutare nel merito la complessiva situazione del club. Una notizia di cui i tifosi del Genoa avrebbero fatto volentieri a meno.