Sanità

Dà risposte a 350mila persone con metà organico
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GENOVA - Luca Acanfora, trentenne, nato a Vercelli, si è specializzato a Nizza dove ha lavorato in pronto soccorso e da oggi è un nuovo medico del pronto soccorso dell'ospedale Villa Scassi di Genova Sampierdarena. Fino a qualche anno fa questa non sarebbe stata una notizia ma lo diventa oggi perchè in controtendenza rispetto a quello che raccontiamo, in particolare da dopo la pandemia, e cioè la grande fuga dal pronto soccorso con la mancata vocazione di nuovi medici a lavorare nell'emergenza e poi il rientro in Italia di un medico dall'estero.

Al concorso bandito da Asl 3 per il 29 febbraio hanno partecipato in sette medici: quattro erano medici del 118 che si sono regolarizzati, tre resteranno al Villa Scassi e una (ora in maternità) andrà al punto di primo intervento dell'ospedale Micone di Genova Sestri Ponente dove arriveranno altre due dottoresse.

"Nel 2019 eravamo 25 medici e in 4 anni siamo rimasti la metà - racconta Alessandro Rollero direttore pronto soccorso del Villa Scassi - l'anno scorso il concorso era andato deserto, e quindi sono contento per questo nuovo arrivo anche se ovviamente la nostra situazione continua a essere difficile perchè siamo in estrema carenza: il pronto soccorso del Villa Scassi dà risposte a 350mila persone siamo però a metà organico".

"Questo nuovo medico rappresenterà una piccola boccata d'ossigeno in un pronto soccorso che è carente ancora di una dozzina di medici non perchè i concorsi non vengono fatti o non si voglia assumere ma perchè lavorare in un pronto soccorso oggi non è attrattivo".

"La maggior parte scelgono di diventare medico di medicina generale perchè non reggono dal punto di vista psicologico e fisico - sottolinea Rollero - spero che venga presa in considerazione dall'assessorato alla sanità l'ipotesi di una rete di medici di medicina d'urgenza dell'area metropolitana genovese che possa funzionare come un mutuo soccorso oggi sono difficoltà io e mi aiuti tu e domani viceversa".

Al pronto soccorso per male al ginocchio o alla gola, al Villa Scassi il 65% di accessi impropri

Il fenomeno della fuga dei medici dal pronto soccorso sta mettendo in seria difficoltà tutto il sistema sanitario nazionale. Tra le cause i ritmi di lavoro sempre più pesanti, anche a causa della carenza di personale. Il carico di lavoro rispetto ad altre specializzazioni non è paragonabile. La medicina d’urgenza è poi una delle poche in cui è difficile esercitare in libera professione, garantendosi, almeno ad un certo punto della carriera, una qualità di vita più accettabile.

Per cercare di sopperire alla carenza di professionisti in pronto soccorso negli ultimi anni i governi hanno progressivamente aumentato il numero di borse di specializzazione in emergenza e urgenza. Nell’arco di pochi anni le borse sono quasi decuplicate: si è passati dalle 130 del 2015, alle 855 del 2023. Di queste però, solo 266 (il 69%) sono risultati assegnati, con ben 4 scuole senza nessuna assegnazione ma aumentare i posti di lavoro serve a poco, se quel lavoro viene percepito come scarsamente attrattivo perché massacrante e privo del giusto riconoscimento.

 

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