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La campagna elettorale è stata finanziata dalla no profit ‘Agenda’ che finanzia giovani candidati in giro per il mondo
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GENOVA - Viene rigettata al mittente l’accusa, al vetriolo, della Lista Toti (dal presidente omonimo e dalla deputata Cavo) al Partito democratico di aver ricevuto fondi trasversali dal magnate ungherese George Soros. La notizia, circolata nelle scorse ore, evidenziava come il Pd avesse ricevuto finanziamenti da ‘Agenda’, l’associazione no profit al femminile fondata nel 2022 da Jessica Shearer, ambientalista e progressista americana. Tra gli esponenti di spicco coinvolti la deputata Valentina Ghio, il segretario provinciale di Genova Simone D’Angelo e la sindaca di Rossiglione Katia Piccardo.

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“Le accuse che arrivano dalla destra a livello nazionale e anche ligure si basano su una ricostruzione falsa perché le dichiarazioni a sostegno per candidate e candidati erano già pubbliche da diverso tempo, da quando la legge dello Stato prevede che i candidati debbano depositare queste dichiarazioni - spiega il segretario Simone D’Angelo -. Si fa appello alla presenza di Soros quando in realtà si parla di una organizzazione no profit internazionale che sostiene giovani candidati e tante donne nelle campagne elettorali più diverse in giro per l’Europa e questo accade contrasparenza”. Tradotto: non c’è Soros dietro ai fondi per gli esponenti genovesi e liguri e le cifre versate sono dichiarate e rese pubbliche. Dal Partito democratico spiegano che si tratta di un'organizzazione no profit internazionale nata da Obama e Sanders e che la presenza di Soros è estranea. “La destra arriva addirittura a tirare in ballo George Soros, forse confondendolo con Bernie Sanders” aggiunge D'Angelo.

“Questi finanziamenti arrivano in maniera vincolata al loro utilizzo e non sono nella disponibilità dei candidati, ma soprattutto di contro non si chiede di modificare il Puc, di aprire supermercati e di chiedere poi un ritorno di favori dopo le elezioni”. Secondo il segretario D’Angelo la trasparenza ripaga sempre e per questo con grande tranquillità il Pd e i soggetti coinvolti si dicono pronti a rispondere con parole di trasparenza e serenità alle accuse. “Accuse che arrivano da pochi giorni da una cena dove nessuno conosce nome e cognome di chi ha sostenuto Toti - prosegue il segretario genovese -. Difficile ricevere accuse da chi nega trasparenza e possiamo dire ai genovesi di essere trasparenti e non opachi e quando riceviamo sostegno esterno non lo facciamo per qualcosa in cambio”. Alla base, uno dei temi di dibattito, è proprio l’assenza oramai da anni dei finanziamenti pubblici ai partiti. “Non si tratta di palazzinari o costruttori, non è Autostrade per l’Italia. Ma soprattutto non c’è alcun conflitto di interessi e nessuna ingerenza rispetto ai candidati che supportano. Grazie alla trasparenza che il Pd si impone, i cittadini possono sapere che la sinistra è sostenuta da Obama e Sanders perché tutto viene fatto con trasparenza. La stessa cosa non si può dire della destra. A partire da quella rappresentata da Toti e Cavo” chiosa Simone D'Angelo.

All'attacco delle accuse che arrivano da destra anche la difesa della sindaca di Rossiglione Katia Piccardo. “Sorprendente e disarmante che possa arrivare una ricostruzione distorta e volutamente montata ad arte con tempistiche quantomeno singolari di un qualcosa che in realtà è sempre stato pubblico dal primo giorno e depositato con la massima trasparenza, certificato fino all'ultimo centesimo e ampiamente già in possesso dell'opinione pubblica che l'onorevole Cavo sdogana come possibile spauracchio per la nostra parte politica” attacca Piccardo. Viene così rigettata con forza l'accusa che dietro ai finanziamenti ci sia il magnate Soros, bensì una organizzazione che sostiene giovani donne e uomini che si richiamano a idee progressiste. “Adombrare fango quando invece si è sempre lavorato in maniera onesta, immersa in mezzo alla propria gente e alla luce del sole, con conti depositati e certificati in corte d'appello, sui siti della Camera dei Deputati e nelle istituzioni coinvolte. C'è stata sempre trasparenza e tempestività, le informazioni sono pubbliche dal primissimo momento” conclude Piccardo. E dal Cap di via Albertazzi lo slogan che riecheggia è: "No a ostriche champagne e yacht, sì alle feste dell'Unità con focaccette".

 

L'occasione, per parlare dei finanziamenti alla campagna elettorale, era quella del ritrovo dei circoli Pd sul lavoro svolto sul territorio, a partire da un questionario da compilare. 

I numeri 

150 questionari inviati, 123 le risposte ricevute, pari a una percentuale dell'82 per cento di risposte. 

Le domande inviate: 34 le domande totali: 7 sulla struttura, 5vsulle iniziative, 3 sulle Feste Democratiche, 4 sulle primarie, 5 sulla comunicazione, 6 sul Tesseramento, 3 sulla condivisione, 1 sul questionario

I soggetti coinvolti: 132 circoli di cui 42 a Genova, 36 alla Spezia, 28 a Savona, 14 a Imperia, 12 nel Tigullio. 15 coordinamenti e 3 Unioni comunali. Alle domande per il 78% hanno risposto i segretari e il 22% hanno delegato altri

Iniziative: il 17% dei circoli organizza iniziative da una ogni due settimane a una al mese. Il 33% ne realizza una ogni due o tre mesi. Il 23 % una ogni quattro o sei mesi e il 27% una o nessuna. Il 71 per cento dei circoli organizza anche eventi fuori dal circolo: per il 60 per cento sono organizzate in Arci, Acli, Soms e Soc e il 25 per cento in piazza

Comunicazione: per la comunicazione 90 su 123 circoli preferiscono e usano le chat whtsapp o Telegram e 60 su 123 Facebook. 3 producono anche un giornalino e 27 usano una mailing list. In media i circoli hanno 800 follower tra Facebook e Instagram

Iscritti: in 48 circoli sono aumentati, in 25 sono rimasti invariati, e solo in 39 sono diminuiti

Il gradimento del questionario ha raggiunto la piena sufficienza con una valutazione pari a 7.