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Centrale resta il tema della viabilità perché il sito è raggiungibile solo attraversando il centro cittadino della Spezia e poi percorrendo la strada Napoleonica verso Portovenere.
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LA SPEZIA - Dopo la fiammata avvenuta nella notte fra il 27 e il 28 agosto, a seguito di un calo di tensione con conseguente innesco dovuto ad un fulmine, residenti e associazioni del territorio hanno convocato un’assemblea pubblica e redatto un documento all’attenzione del prefetto in merito alla sicurezza dell’impianto.
 
A Panigaglia l’impianto GNL Italia esiste dal 1967-68, prima come raffineria di gas naturale estratto o liquefatto in Libia (Brega), trasportato via nave, e dal 1992 trasformato in rigassificatore di gas metano liquefatto trasportato sempre con imbarcazioni. È l’unico impianto terrestre di rigassificazione per metano dei 3 o 4 esistenti in Italia. Dal 1993 al maggio 2022 l’impianto era tenuto in servizio al minimo tecnico ricevendo un carico ogni 3-4 mesi. Dal maggio 2022 una nave ormeggia ogni due-tre giorni: "Con questo ritmo il rischio di incidente rilevante è aumentato di 90 volte” scrivono i cittadini.
 
Centrale resta il tema della viabilità perché il sito è raggiungibile solo attraversando il centro cittadino della Spezia e poi percorrendo la strada Napoleonica verso Portovenere. “Il percorso è stato ed è spesso teatro di moltissimi incidenti, anche gravi, ed è palesemente inadatta al traffico tanto che ENI, volendo rendere l'impianto idoneo per la caricazione di autocisterne di GNL, ha chiesto ed ottenuto di trasferire le autocisterne via mare imbarcandole su una chiatta -. prosegue la nota dei residenti. - L'esistenza e la condotta dell'impianto devono essere rispondenti alla Direttiva Seveso III/2015 e direttiva 7/12/2022 che fra l'altro impone perentoriamente l'informazione degli abitanti ed esercitazioni. I cittadini coinvolti sono tutti quelli del Comune di Portovenere e quelli in Comune della Spezia; tuttavia, gli abitanti del comune capoluogo non sono contemplati nel piano di sicurezza esterno e non ricevono nessun allarme”.
 
“Il piano di sicurezza esterno si limita alla baia di Panigaglia e poco più come se poi ci fosse il deserto - prosegue il documento dei comitati -. Si noti che il Rigassificatore ex OLT galleggiante( a 22Km dalla costa) fra Pisa e Livorno, di capacità poco superiore a Panigaglia, ha un raggio di rispetto di 6 miglia nautiche (11,11 KM) dove è interdetta qualsiasi attività, anche la sola navigazione. Pertanto si chiede al Prefetto: La strada SP 530, nello stato odierno, è idonea per raggiungere e lasciare lo stabilimento? In caso di incidente rilevante chi azionerà il sistema di allarme?
Come riceveranno il segnale di allarme i cittadini?”
 
Alle richieste espresse al Prefetto si aggiunge una nota di Legambiente ai sindaci di Portovenere e La Spezia: "Sulla sicurezza vogliamo più risposte", insiste l'associazione. Insomma, dal Golfo dei Poeti al litorale che cerca una maggiore sicurezza ambientale.