politica

L'ultima occasione per battere un colpo
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La presidenza Zampini non è stata una presidenza positiva per Confindustria Liguria. Molto soft, nascosta, senza alcuna presenza nella comunicazione, con un momento di iniziativa ogni 6/12 mesi e poi il silenzio, l'inerzia, la totale mancanza di influenza sui fatti cittadini.

Criticata da molti all'interno, ma nel silenzioso stile genovese, si attendeva che volgesse alla fine. In molti hanno sostenuto che si conferma la necessità che alla presidenza ora vada un imprenditore vero e non un manager troppo condizionato dalle sue posizioni, nel bene e nel male.

La battaglia anche per la Camera di Commercio è stata deludente. Meraviglia che Confindustria si sia fatta tutta insieme mettere nel sacco da Maurizio Caviglia, segretario generale della Camera, che ha i voti con tale margine di vantaggio da annullare ogni possibile altra partita. Ma non si comprende per quale ragione e con quale presunzione Zampini volesse conquistare il trono di via Garibaldi con 4 voti in croce, senza trattare, solo pensando di averne il diritto.

Ne è uscito con le ossa rotte così come esce con le ossa rotte anche se in maniera soffusa, dalla presidenza, a fronte di un grande risultato invece da manager che gli va sempre riconosciuto, come la conquista degli spazi portuali per Ansaldo Energia. Ma questo non c'entra molto con il suo ruolo di presidente. Ora si andrà' a voltare pagina e ci si attende un cambio forte, molto forte di visione strategica.

Confindustria non può essere succube di un mondo politico allo sbando. Deve diventare, invece, una luce nell'oscurità della politica locale genovese. Deve saper proporre, disegnare scenari, aggregare intelligenze e interessi, evitare scontri al suo interno e anche alll'esterno trovando le migliori soluzioni.

Andiamo verso elezioni comunali molto importanti per il futuro di Genova con un Movimento 5 Stelle favorito, ma che, si sa, potrebbe diventare un elemento di rallentamento di molte opere secondo una visione che è tutta da capire.

Passare dalla visione alla Doria di un declino cosiddetto felice a quella 5 Stelle di una chiusura totale verso le infrastrutture preoccupa molto. Confindustria deve diventare grande protagonista, che si tratti di "incoronare" Mondini o altri è l'ultima occasione per battere un colpo oppure arrendersi dichiarando che l'industria a Genova non c'è più nei  fatti ma anche nelle idee.