cronaca

A Genova vale 3 milioni e mezzo e non pesa sui cittadini
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 "Abolizione della tassa di soggiorno? Dovranno prima passare sul mio cadavere", scherza ma neppure troppo l'assessore al Bilancio del Comune di Genova, Pietro Piciocchi, commentando l'ipotesi, contenuta nel "contratto per il governo del cambiamento" su cui si sono poste le basi dell'accordo tra M5S e Lega a livello nazionale, l'imposta dovrebbe essere cancellata, considerata un "inutile balzello".

L'esponente della giunta comunale genovese, giunta di centrodestra, non ha dubbi nel giudicare negativamente l'idea dell'abolizione, soprattutto per una città che sta puntando moltissimo sul turismo. "Il gettito annuale è di circa 3 milioni e mezzo di euro - spiega - inoltre è un classico esempio di imposta esportabile, nel senso che non pesa sulle tasche dei cittadini".

Dal primo aprile l'imposta, che varia a seconda della tipologia di struttura ricettiva, è aumentata del 50%. "Qualcuno ha spiegato che i Comuni saranno risarciti del minore gettito con altri trasferimenti - sostiene l'assessore al Bilancio - ma questo tipo di promesse mi preoccupano, qualsiasi governo, di qualsiasi colore, difficilmente aumenta i trasferimenti statali, anzi".

Piciocchi si è confrontato con gli omologhi amministratori di altre città: "Siamo tutti molto critici e contrari, ma sono certo che questa eventuale misura sarà oggetto di una profonda discussione". Sul fronte dell'evasione, la polizia locale a Genova controlla 850 strutture ricettive all'anno. Inoltre, dall'estate scorsa, il circuito di affitto case e stanze on line Airbnb ha siglato un accordo con il Comune di Genova per inserire nelle spese automaticamente anche la tassa di soggiorno.