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Prestiti, prestiti e poco altro. Mentre il conto alla rovescia verso l'inizio dei campionati e' quasi a zero e' ancora piu' evidente che le casse delle società sono persino sotto, cioe' in profondo rosso. Ecco, "Prestiti, prestiti" è la magica formula che rimbalza nei corridoi della sede milanese del calciomercato. Mesi e mesi di bla bla per spendere niente e incassare ancora meno, salvo eccezioni. Persino Juve e Roma si adeguano. Potevano farlo prima, questione morale. Solo le tv a pagamento, complici del disastro, spingono verso una realta virtuale fatta di opulenza che forse ancora c'è in Inghilterra e Germania e Spagna, ma qui no. Il calcio italiano in fondo è lo specchio del paese, non piu' competitivo e infatti anche il Napoli, che delusione, esce dalla Champions travolto dall'Athletc Bilbao.

Dopo il flop della nazionale ai mondiali, un altro schiaffone in mezzo alla bufera per l'elezione del presidente federale, oplà Tavecchio. Bene, forse male, ma si vedrà.

Sampdoria e Genoa sono lì, nel gruppone di chi ha un budget risicato, si vede. Per carità, non è un delitto tirare la cinghia, e la serie A per due è gia' un obiettivo da mantenere. In bocca al lupo. Inutile girarci intorno, inutile farsi illusioni, si vivacchia. Ferrero twitta entusiasmo e comunque per ora non ha venduto pezzi pregiatissimi e la piazza tra ansie, tra chi non perdona Garrone per questa destinazione e tra chi invece è felice risponde presente con 20.000 abbonati. Preziosi la squadra come sempre la fa, malgrado le cessioni da decine di milioni non ci possono piu' essere perché pure il Milan fa i conticini sul "brucoconto" e anche qui tra preoccupazioni per un bilancio tiratissimo, tra amor di patria e tra chi è sinceramente contento, gli abbonati vanno verso i ventimila di cui circa quattromila hanno sposato la causa del Grifo con un ammirevole e fiducioso triennale. Il calcio è anche questo, per fortuna. Impossibile non rispettare questa cornice robusta, di una tela purtroppo senza firma d'autore.
Teniamoci stretta la fede, questa ci è rimasta. Per il resto lottiamo per un torneo migliore, con contributi distribuiti meglio e con un torneo piu' visibile, accessibile a tutti anche in tele. Già, per esempio la Coppa Italia. Nessuno l'ha comprata nei turni preliminari ed era invisibile. Allora perché massacrare l'emittenza locale facendo pagare fior di euro per tre minuti di immagini se poi gli unici che operano sul territorio, chi lo fa con professionalità sia chiaro, vengono sbattuti fuori o bendati, dando danni ingiusti alle aziende editoriali per volere dei network che poi non coprono gli eventi? Samp-Como e Lanciano-Genoa, roba da guardare dal buco della serratura. Così hanno voluto. Perché? E' un sopruso, l'ultimo di un calcio malato arroccato ad un presente malinconico e un futuro di cui non si capisce il contorno. Da domenica, ricordiamocelo ogni tanto.