cronaca

450 persone al Parco Roja. La Prefettura deve decidere sull'inverno
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Sono passati circa quaranta giorni dall'apertura del centro d'accoglienza temporaneo situato all'interno del Parco Roja a Ventimiglia. All'interno della struttura sono presenti al momento circa 450 persone. Un numero superiore a quella che sarebbe la capienza del campo (pensato per ospitare al massimo 360 persone) ma inferiore a quella registrata nelle scorse settimane.

"Il numero degli ospiti è sceso notevolmente", conferma a Primocanale il responsabile del campo, Walter Muscatello. "Non sappiamo cosa accadrà di qui in avanti, ma sicuramente nell'ultima settimana gli arrivi a Ventimiglia sono calati di molto".

La situazione dovrebbe rimanere stabile nelle prossime settimane e, anzi, non è da escludere che il numero dei migranti possa calare ancora. Questo perché, col finire dell'estate, gli sbarchi sulle coste del Meridione vanno diminuendo.

Tuttavia, non ci sono ancora certezze sulla data di chiusura del centro situato al Parco Roja. Nei giorni precedenti alla sua apertura, sia il sindaco di Ventimiglia Enrico Ioculano che il prefetto Silvano Tizzano avevano sottolineato come fosse impossibile stabilire in anticipo la durata della struttura. Il primo cittadino si era tuttavia sbilanciato, ai microfoni di Primocanale, dichiarando che "probabilmente si arriverà alla prossima estate".

E allora il centro e i suoi ospiti dovranno presto prepararsi alla stagione invernale. "Questo nasce come un campo temporaneo. Se dovesse andare avanti per questo inverno, dovranno essere messe in campo le strutture idonee, a partire dal riscaldamento", sottolinea Muscatello. "Spetta alla Prefettura decidere se mantenere aperta la struttura o meno. Al momento non abbiamo comunicazioni".

Certezze dunque al momento non ce ne sono, se non quelle dei numeri. 450 presenze al Parco Roja e altre 100 alle Gianchette (dove sono ospitati i nuclei familiari). Numeri che richiedono ancora la massima attenzione, ma che permettono alla città di confine di rifiatare dopo un'estate sull'orlo costante dell'emergenza.