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Il closing dell'operazione dovrebbe andare in porto al termine del campionato a maggio
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Nonostante le smentite di rito, gli appuntamenti saltati e i depistaggi più o meno voluti, le indiscrezioni circa la vendita imminente della Sampdoria continuano a circolare in maniera forte e persistente sia negli ambienti calcistici che in quelli finanziario-imprenditoriali, genovesi e non. L'era Ferrero, iniziata nel giugno del 2014, sarebbe agli sgoccioli proprio alle soglie dei cinque anni, sebbene non sia chiaro chi stia per subentare all'attuale presidente della Sampdoria. Il tam tam si rincorre e alimenta diverse ipotesi.


La più accreditata rilancia di una trattativa che, dopo la fase della cosiddetta due diligence (l'analisi dei conti), sarebbe entrata nel vivo e dovrebbe concludersi a maggio, in coincidenza con la fine del campionato. A portarla avanti sarebbe il Fondo di investimento York Capital Management di Jamie Dinan, rappresentato al tavolo da Gianluca Vialli. Ma non sarebbe questa l'unica soluzione.


Il vicepresidente vicario Paolo Fiorentino, ex advisor di Unicredit nella cessione della Roma e James Pallotta e attuale amministratore delegato di Banca Progetto, avrebbe avvicinato alla Sampdoria un altro Fondo internazionale denominato Oaktree Capital,che avrebbe preso in esame i conti della società blucerchiati scandagliati già nei mesi scorsi da Ernst & Youngnetwork mondiale di servizi professionali di consulenza direzionale, revisione contabile, fiscalità e transaction.


Infine, non emerge se come sponda locale al Fondo di investimento prescelto o in totale autonomia, la Sampdoria potrebbe rientrare nella sfera di interesse di una cordata genovese, attivata dall'ex presidente Edoardo Garrone. Più probabile che si tratti però di un "paracadute" cittadino per mantenere inalterati i connotati della Sampdoria storicamente molto radicati nel tessuto genovese, a fronte dell'ingresso preponderante dei Fondi nel capitale azionario.


Resta il fatto che mai come stavolta i rumors sulla cessione della Sampdoria sono diffusi, costanti e trasversali ai vari ambienti economici e sportivi. La società, di questo va dato atto alla gestione Ferrero, risulta appetibile sul piano del bilancio e della solidità patrimoniale. L'inchiesta di Roma avrebbe rallentato ma non ostacolato le trattative poichè, oltre ad essere ancora in una fase inquirente, coinvolge una parte limitata dei conti della Sampdoria. Che, lo ha dimostrato proprio Ferrero, può rappresentare un'importante fonte di ricavi e guadagni, esattamente ciò che inseguono i Fondi di investimento. "Ma chiunque arrivi, non potrà fare a meno delle plusvalenze", filtra da chi è a contatto, diretto o in diretto, con le trattative in corso.


Un paio di mesi e la verità verrà fuori. Lo stesso Ferrero viene descritto, nelle ultime settimane, meno resistente di prima all'idea di lasciare la Sampdoria, tant'è che qualcuno avrebbe provato anche a proporgli l'eventuale acquisto del Palermo. Il presidente della Sampdoria è legittimamente convinto di avere svolto un buon lavoro in questi cinque anni e non si capacita sino in fondo dell'ostilità nei suoi confronti da parte di molti. Non di tutti, anzi. Di recente i parlamentari di fede blucerchiata (da Rixi a Biasotti, da Bagnasco a Foscolo) lo hanno incoronato come il "presidente numero 1". Ma un po' di stanca, anche da parte di Ferrero, c'è.


Sono giorni incandescenti, per tutti. In primis per la Sampdoria, che sul campo continua a dare risposte positive sotto la guida di Marco Giampaolo, punto fermo delle ultime tre stagioni all'insegna di un mercato sfrenato, caratterizzato da ottimi acquisti ed altrettanto eccezionali vendite, che hanno permesso a Ferrero di guadagnare (come da lui stesso onestamente ammesso di recente a Tiki Taka) e alla Sampdoria di diventare un'azienda produttiva e dunque appetibile.