cronaca

L'uomo ha ottenuto il riconoscimento del Tar della Liguria
1 minuto e 36 secondi di lettura
 Militare malato di tumore ottiene al Tar il riconoscimento di vittima del dovere per l'uranio impoverito in relazione alla sua missione in Kosovo ma considera un'ingiustizia la cifra di 24 mila euro liquidata dal Ministero della Difesa, contestando il certificato di invalidità permanente dell'11%, sostenendo che per il suo caso si tratterebbe del 60%.


La vicenda emerge da due sentenze del Tar della Liguria. Prima l'artigliere ora in congedo si era opposto alla decisione del Ministero della Difesa che aveva respinto la sua domanda per essere riconosciuto come vittima del dovere "per aver contratto un linfoma non Hodgkin dopo l'esposizione a nano particelle e a contaminazione da uranio impoverito utilizzato nei proiettili durante una missione in Kosovo" tra il 1999 e il 2000. Il Tar della Liguria nel 2015 aveva dato ragione all'artigliere disponendo che il Comitato di verifica per le cause di servizio riesaminasse il caso.

Nel 2016 il Comitato di verifica ha riconosciuto che "l'infermità era dipendente da causa di servizio e riconducibile alle particolari condizioni ambientali e operative di missione. È stato accertato - aveva spiegato il Tar - che l'esposizione alle nano-particelle di metalli pesanti poteva avvenire anche durante la manutenzione di automezzi impolverati rientrati da missioni all'estero senza essere provvisti di adeguata protezione.

Lo stesso dicasi del rischio equivalente esistente nei poligoni addestrativi nei quali al termine delle esercitazioni con quelle munizioni, le armi dovevano essere pulite con solventi chimici tra cui il benzene. Di fronte a queste evidenze scientifiche, la generica affermazione del comitato di verifica che l'attività del ricorrente non sarebbe stata di particolare rischio si scontra con l'attività nel poligono militare interforze in Sardegna e con la sua partecipazione alla campagna in Kosovo". Adesso il Tar della Liguria ha stabilito che sulla percentuale di invalidità e sulla quantificazione del risarcimento è competente il giudice ordinario, al quale viene rimandato il militare per riproporre una nuova causa contro il Ministero della Difesa.