È caos tra gli universitari liguri e di tutta Italia per lo sciopero degli esami proclamato a luglio da oltre 5.400 tra professori e ricercatori. Un'agitazione che a Genova coinvolge formalmente 118 docenti, anche se le adesioni saranno di certo maggiori. A saltare sarà solo il primo appello della sessione autunnale (dal 28 agosto al 31 ottobre) e l'università assicura che almeno uno sarà garantito, ma ci sono studenti che brancolano ancora nel buio.
Il rettore Comanducci ha emanato un 'vademecum' con le regole del buono sciopero. In pratica i prof saranno obbligati a concedere una data, anche sforando il termine della sessione. Se per una data materia è previsto un solo appello, andrà recuperato entro 14 giorni. Ma gli studenti temono che i ritardi possano ripercuotersi sulle sessioni di laurea, col rischio di non poter discutere la tesi e di conseguenza perdere tempo e soldi. I più solerti hanno avvisato gli studenti via mail, altri invece sono ancora in ferie e non hanno lasciato indicazioni.
"Il problema si è posto perché ancora non si ha certezza su chi salterà e con quali modalità, gli studenti sono in bilico - spiega Monica Canu, rappresentante degli studenti nel cda dell'università - ma siamo sicuri che l'ateneo garantirà gli appelli necessari, soprattutto a chi deve laurearsi entro certi tempi. Lo sciopero danneggia gli studenti ma anche i docenti, perché non tutti aderiscono. Si spera che il messaggio arrivi al ministero, che era il vero destinatario. Forse la modalità non è stata la migliore. Ma se i professori vengono trattati meglio ci guadagniamo tutti".
Professori e ricercatori protestano contro il blocco degli scatti d'anzianità sugli stipendi attuato nel 2011 e mai più rientrato. Non si tratta di un'agitazione sindacale, ma di un'iniziativa coordinata da un gruppo spontaneo detto 'Movimento per la diginità della docenza universitaria'. "Vogliamo solo essere trattati come gli altri. I magistrati e i militari, che come noi hanno una riserva di legge, hanno avuto vantaggi che noi non abbiamo avuto", spiega il professor Franco Bampi, ordinario alla Scuola Politecnica genovese. Privilegiati? "Si può discutere della giungla degli stipendi. Noi però non chiediamo un aumento, ma solo di essere equiparati alle altre categorie".
E se a rimetterci sono ancora una volta gli studenti, i professori assicurano che "siamo tutti preoccupati per loro, ci metto la mano sul fuoco - sostiene Bampi - ma d'altra parte non c'era un sistema diverso. Senza disagio che sciopero è?". Se poi qualcuno rischia di non laurearsi in tempo, dice il professore, ci pensi l'università a rimediare: "La commissione vigilanza non ha risposto su questo problema. Ma i rettori possono spostare le date in modo da rendere gli esami compatibili".
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Università, scatta lo sciopero degli esami. "Appello sicuro", ma gli studenti tremano
I prof: "Privilegiati? Vogliamo essere trattati come gli altri"
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