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Chi ha chiesto ai genovesi che città vorrebbero?
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Leggo il profilo biografico del nuovo sindaco di Londra. Certamente “un uomo di sinistra”, non so se espresso dalla borghesia di Sua Maestà Britannica o dal suo popolo. Ma sicuramente di sinistra. Leggo anche il suo programma elettorale e un aspetto mi colpisce immediatamente: il cuore delle promesse elettorali del signor Khan è una nuova “idea” di Londra, diversa da quella di oggi. Sarà una mia fissazione: ma quando leggo o sento parlare di “idea di città” subito mi chiedo: perché a Genova non c’è più una idea di città?

Parlo con Alfonso Femia, uno dei fondatori del celebre studio di architettura 5+1AA (Parigi e Genova) e mi rivela che uno dei suoi lavori “teorici” (ma fino a un certo punto) verte sul “dialogo” inteso come strumento per capire la città nelle sue differenti componenti e, quindi, costruirla, modificarla, adattarla. Scrive Femia nella presentazione della sua idea: ““l dialogo come strumento di progetto”. Il dialogo, inteso nella sua più autentica accezione, διάλογος come mezzo di espressione sentimentale e ricerca dell’autenticità, nel quotidiano che ci circonda: un’esperienza quasi mistica, non dunque fine a sé stessa ma, al contrario, concepita per provocare delle reazioni e “attivare” un movimento culturale. Un confronto appassionato e appassionante che nasce dall’ambito tecnico e architettonico ma non rimane circoscritto a questo settore, coinvolgendo invece talkers e operatori provenienti da “mondi” diversi, invitati a confrontarsi su un tema trasversale: la città.”

Sintetizzando. Che cosa vuole diventare Genova? Chi ce lo deve dire? La politica perché questo é il compito principale della politica come polis cioé proprio, come città. Per indicare un’ idea ci città, bisogna ascoltare chi fa la città, cioé i suoi cittadini. Ecco il “dialogo”.
Pochi giorni fa i 5+1AA hanno registrato all’interno del superbo oratorio di San Filippo alcuni interventi e mi hanno invitato a parlare di musica e città. Molto più autorevolmente del sottoscritto poco prima avevano raccolto le opinioni e i suggerimenti di Salvatore Accardo che dentro l’oratorio provava il suo concerto . Cioè: ascoltavano voci e opinioni. Magnifico strumento democratico altro che palle!

Chi ha chiesto ai genovesi che città vorrebbero? Nessuno. Allora: come potrebbe la giunta comunale di Genova esprimere una idea di città? Il risultato é che nessuno di coloro che dovrebbero averla ha una idea di Genova per i prossimi anni, perché non ha fatto nulla per costruire questo progetto. Operazione che sarebbe bellissima e sono certo raccoglierebbe gli appassionati suggerimenti dei genovesi che saranno rompiballe ma non sono scemi e adorano visceralmente il luogo incantato dove abitano.

Non esiste più una “idea di Genova”. Eppure senza questa ambizione sarà impossibile costruire un futuro anche politico per la nostra città. Non é aria fritta, anzi. I vecchi sindaci Dc o Psi, da Pertusio a Pericu, lo hanno fatto, magari senza riuscire a realizzare tutti gli obbiettivi. Marta Vincenzi ci ha provato all’inizio del suo mandato. Poi il nulla. Lo sconfortante risultato é che siamo una città che si avvia a essere da cinquecentomila abitanti ma senza un’anima.

Pensate che nel mondo ci conoscono per essere la città che voleva cacciare via gli scoooter, anzi, la Vespa! Romolo Benvenuto, anima del movimenti dei vespisti genovesi mi ha portato la rassegna stampa raccolta in tutto il mondo sull’ idea (una idea!) di bloccare vespe e scooter vecchi. Giornali indiani, coreani, inglesi, francesi, persino “l’autorevole Le Monde”, che titolano stupefatti su Genova e la Vespa. Siamo finiti in prima pagina per questa immensa sciocchezza che per fortuna sembra essere definitivamente cancellata dai progetti comunali prima di Waterloo (le elezioni del prossimo anno).

Genova che nel settantesimo avrebbe dovuto utilizzare il brand Vespa per rilanciare l’idea di una città di cervelli, inventori, maghi, industriali lungimiranti. Macché. L’opposto, con una figura da belinoni, per restare nel linguaggio cortesemente polemico. L’idea che il mondo si é fatto di noi é questa: qui un genio inventò la Vespa 70 anni fa e oggi qualcuno la vuole cancellare dalle strade. Ma mi faccia il piacere!