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I manifestanti filo-russi che "non deporranno le armi saranno liquidati". E' la truculenta minaccia del generale Vladimir Krutov, nuovo numero due dei servizi segreti di Kiev (Sbu) e comandante dell'operazione militare scatenata nell'est russofono dell'Ucraina.

"E' bene avvertirli - ha detto Krutov all'Afp - che se non deporranno le armi saranno liquidati". Il generale ha poi rinnovato l'accusa all'intelligence militare russa (Gru) di coordinare le proteste nell'Ucraina orientale: accusa che Mosca respinge. Il presidente russo Vladimir Putin ha poi chiesto al segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon una chiara condanna delle azioni di Kiev. Poco prima era intervenuta la Casa Bianca.

''C'è una crisi in Ucraina, che è precipitata con i separatisti pro-Russia. E' una situazione pericolosa", ha affermato il portavoce Jay Carney sottolineando che non c'è una soluzione militare a questa crisi. "L'uso della forza non è l'opzione preferibile ma il governo di Kiev doveva rispondere", ha proseguito Carney commentando l'operazione lanciata dalle forze ucraine nelle con morti e feriti in particolare a Kramatosk. La situazione in Ucraina si fa dunque sempre più rarefatta e rischia di precipitare da un momento all'altro. Il ministero della difesa ucraino ha confermato un'operazione speciale a Kramatorsk, nella regione orientale di Donetsk, dove secondo media russi e ucraini sarebbero avvenuti scontri ad un posto di blocco dei filorussi, con feriti. In particolare sarebbe avvenuto un attacco aereo da parte delle forze ucraine sull'aeroporto militare di Kramatorsk, preso l'altro ieri dai filorussi. Quattro filorussi sono morti ed altri due sono rimasti feriti nel blitz. Lo riferisce l'agenzia statale Ria Novosti citando un rappresentante delle forze filorusse. Mosca si è detta "profondamente preoccupata" dalle notizie sulle vittime. Truppe ucraine sarebbero poi entrate a est di Sloviansk. In tutto questo il governo ucraino è sotto pressione. Centinaia di persone hanno infatti manifestato a Kiev davanti al Parlamento chiedendo le dimissioni del presidente ucraino Oleksandr Turcinov e del ministro dell' Interno Arsen Avakov, che - a loro avviso - non starebbero adottando misure adeguate nei confronti dei separatisti filorussi nelle regioni orientali del Paese.

Non è dunque un caso che in mattinata un primo battaglione della Guardia nazionale ucraina - formata per lo più da volontari dei gruppi di 'Autodifesa' di Maidan - sia stato inviato nell'est del Paese, dove gli insorti filorussi occupano edifici pubblici in una decina di città.