“State andando all’Università per venire alla mia lezione?” Victor Uckmar ci interrogava così, alla fine degli anni ’60, quando con il mio compagno di studi giuridici, Marcello Maresca, uscivamo dallo studio del padre Ugo in via Bacigalupo e, inesorabilmente, ci imbattevamo nel Professore che usciva dal suo studio nello stesso palazzo. Quel “Venite alla mia lezione?” in realtà non era una domanda. E noi studenti di Giurisprudenza, anche se avessimo voluto, quella mattina, andare a giocare a biliardino nel bar di via Bensa, non avevamo altra scelta. Finire di corsa nell’aula Cabella ad ascoltare le magnifiche lezioni di Uckmar, lucide e chiarissime, che terminavamo con una interrogazione di tipo liceale. “Sentiamo per esempio… Maresca e Paternostro”.
Caro, grande Victor! Grande professore, grande scienziato, ma soprattutto un perfetto esempio di come un autorevole professionista, al massimo degli onori e della carriera, chiamato in tutto il mondo a creare legislazioni fiscali, decida con naturalezza e understatement di dedicare una cospicua parte della sua giornata alla comunità. Uckmar, infatti, è stato l’anima e la mente dell’Airc ligure, l’associazione per la ricerca contro il cancro, lanciata da Guido Venosta a Milano e che a Genova proprio grazie al professore trovò una eccezionale risposta. Con l’Airc, fino a pochi mesi fa, Uckmar è riuscito a sostenere alcune fra le più importanti ricerche sulla malattie con incredibili riconoscimenti internazionali.
Ordinario per decenni di Scienze delle Finanze a Genova, direttore della Rivista di diritto e pratica tributaria, consulente dell’Accademia dell’economia nazionale presso il Soviet supremo disegnò la normativa sugli investimenti stranieri in Cina e la legge sulle joint ventures a Mosca.
Figlio di Antonio che lo introdusse nella professione, assistente del professor Fasiani, poi di Dominedò, a Milano con l’avvocato Clivio, quando nel 1959 scompare il padre si trova a capo di uno studio già importante. Victor lo trasformerà in uno degli studi più conosciuti al mondo che sfornerà professionisti di altissimo valore come Magnani, Marongiu, Balzani e Armella solo per ricordarne alcuni.
Victor Uckmar si occupò intensamente di Genova, combattendo una battaglia per ottenere una zona franca. Severi e a tratti divertenti furono i suoi rapporti con i diversi ministri delle Finanze. “Se alcuni venissero a dare l’esame con me li boccerei.” Mi confessò un giorno. Combatté una lunga crociata per un riordinamento fiscale nel nostro Paese che avesse come obbiettivo non più o meno tasse, ma tasse più ordinate.
Se ne è andato nella sua adorata Pineta di Arenzano, dove d’estate faceva lunghissime nuotate e cucinava indimenticabili barbecue per i figli, le loro famiglie e i moltissimi amici che venivano a trovarlo. Una pesante perdita per Genova dove Victor era sempre un punto di riferimento, intelligente e colto, severo e spiritoso, gran signore dai modi semplicissimi.
Pochi mesi fa venne ancora da noi a Primocanale in un convegno per sostenere con forza le iniziative contro l’isolamento della Liguria e pochi giorni, con lo stesso entusiasmo, le ragioni del sostegno ai ricercatori dell’Airc. Lo ricorderemo commossi, così. Sempre pronto a rispondere quando c’era bisogno di lui. Col sorriso e quegli incredibili occhi azzurri.
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Uckmar, come un grande professionista si mette al servizio della comunità
La scomparsa del grande fiscalista, anima dell’Airc ligure
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