turismo

1 minuto e 52 secondi di lettura
Le imprese e gli addetti del settore turismo non hanno visto finora, e non si aspettano di vedere a breve, significative inversioni di tendenza rispetto al 2013 e al 2012, che sono stati gli anni del crollo dei fatturati. Lo afferma Assoviaggi in una nota. Giugno a rilento in quasi tutta Italia ad eccezione delle mete turistiche più famose e gettonate del meridione, luglio tra alti e bassi, con un trend comunque deludente, sostenuto soprattutto da viaggi di gruppo e di nozze ed un agosto che non lascia molto spazio all'ottimismo, rappresentano in estrema sintesi il quadro della stagione estiva 2014.

"Il nostro turismo balneare sta facendo registrare, specialmente a luglio, un calo di presenze di oltre il 30% sulle spiagge, e quello della montagna con punte del 15-20% in meno" afferma Gianni Rebecchi, presidente di Assoviaggi-Confesercenti. Questo vuol dire che i temporali hanno spazzato via circa 400 milioni di fatturato. "Le difficoltà economiche, con la continua morsa delle tasse, dalla Tari alla Tasi - sottolinea Rebecchi - non hanno stimolato le prenotazioni anticipate, dirottando le scelte verso le prenotazioni sotto data ed i last minute, non creando quindi i presupposti per piani di sviluppo ed investimenti da parte delle strutture turistiche. Il tempo poi ha dato il colpo di grazia, con una stagione estiva che da un punto di vista meteorologico deve ancora decollare".

Insomma, quest'anno la spesa media pro capite per vacanze oscillerà tra i 600 ed i 900 euro, con punte di 2000-2500 euro per i viaggi ed i tour culturali a medio e lungo raggio. Il tempo di permanenza oscillerà tra i 4 ed i 15 giorni in base alla tipologia della vacanza.

La crisi economica ma soprattutto il meteo ''pazzo'' degli ultimi due mesi mettono in ginocchio gli stabilimenti balneari, che registrano cali delle presenze fino al 70% rispetto allo stesso periodo del 2013. A lanciare l'allarme il Sindacato Italiano Balneari, che oltre a 400 milioni di euro persi e 50.000 lavoratori giornalieri rimasti a casa.


Le situazioni più critiche si registrano in Campania (-40% a giugno e -70% a luglio), Marche (-35% e -60%), Liguria (-40% e -50%) e Toscana (-35% e -50%). In Emilia Romagna non va meglio con il 40% in meno delle presenze in spiaggia a giugno e il 30% a luglio.