cronaca

"Non siamo licenziati e non conosciamo il nostro futuro"
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I 25 lavoratori del centro commerciale Trony di Camporosso e Pontedassio (Imperia) sono sospesi da venerdì scorso in seguito all'avvenuto fallimento della società Dps Group che gestisce il marchio commerciale ma non essendo ancora licenziati, si trovano in una situazione di stallo in cui da una parte non conoscono il loro futuro, dall' altra non possono neppure accedere agli strumenti di legge legati all'interruzione del rapporto di lavoro. Per questo motivo, stamani, i lavoratori imperiesi hanno partecipato negli uffici della Cgil di Imperia a una videoconferenza con il segretario nazionale della Filcams-Cgil, Alessio Di Labio che li ha aggiornati sulla vertenza.

"Non siamo licenziati e non conosciamo il nostro futuro - spiega Giorgio Adamo della Trony di Pontedassio -. Siamo stati sospesi dal curatore fallimentare perché non abbiamo più una reale proprietà. La proprietà è diventata il tribunale di Milano che gestirà il fallimento della società. Abbiamo avuto via WhatsApp venerdì sera un messaggio in cui ci veniva indicato di non accedere al punto vendita e che saremo stati contattati". La portavoce territoriale Filcams Cgil, Laura Ciccarelli, ha detto: "Cerchiamo di dare un'assistenza ai lavoratori per garantire trasparenza sulle azioni future in tutela delle persone, ricordando che venerdì i lavoratori si sono ritrovati con le saracinesche abbassate e un messaggio che li avvertiva di una sospensione lavorativa, che non sarà neanche retribuita e non ci consente di accedere ad alcun ammortizzatore sociale. Il curatore fallimentare potrebbe decidere una comunicazione differente dalla cessazione del rapporto di lavoro".

I lavoratori hanno ricevuto lo stipendio di gennaio grazie alle ingiunzioni della Filcams.
"Febbraio lo abbiamo richiesto mentre i primi quindici giorni di marzo non sappiamo quando li vedremo. Il giorno 16 marzo, il personale è andato in negozio senza sapere che il 15 era avvenuto il fallimento ed ha lavorato gratis per la stessa società che il giorno dopo ci ha lasciato a casa".