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Nell'Europa della crisi, la flotta mercantile cresce e crescono tutte le attività indotte con l'effetto di una sempre maggiore incidenza sul Pil continentale.


Lo rileva il presidente di Federagenti Michele Pappalardo citando uno studio di Oxford Economics su commissione di Ecsa (European shipowner association). Fra il 2005 e il 2014 le flotte europee sono cresciute di oltre il 70% e i paesi Ue controllano oltre il 40% della flotta mondiale con un peso specifico rilevante nei trasporti petroliferi e nei container. All'inizio di quest'anno, la flotta Ue, comprendente sia le navi battenti bandiera europea sia quelle controllate da interessi europei conta su 23.000 unità per una portata complessiva di 430 milioni di tonnellate e una stazza di 660 milioni.


L'industria dei trasporti marittimi in Europa fattura 145 miliardi, occupa 2,3 milioni di addetti e produce 41 miliardi di gettito fiscale. Ogni milione di contributo alla formazione del Pil ne produce 1,6 indotti in altre attività. La flotta della Grecia, paese che maggiormente ha subito l'impatto della crisi e del rigore comunitario, è in posizione di assoluta leadership. Secondo il presidente di Federagenti, il trend positivo è sostanzialmente provocato "da politiche fiscali mirate a favorirne la crescita e comunque applicate con il fine prioritario di garantire alla flotta e all'industria marittima una capacità concorrenziale sui mercati internazionali".