politica

Il presidente della Regione leader ligure del centrodestra
5 minuti e 35 secondi di lettura
"Con questo voto si può scrivere un pezzo di storia". Giovanni Toti, presidente della Regione e leader del centrodestra unito in Liguria, sponsorizza così in un'intervista a Primocanale il candidato Marco Bucci nel rush finale per la corsa a Palazzo Tursi. Una sfida che, insieme alla Spezia, la coalizione punta a vincere anche per fondare un modello da imporre a livello nazionale.

La preoccupa l’astensionismo?

Mi preoccupa in generale per il paese. Tante persone sono disilluse e spero possano trovare nell’offerta di cambiamento di Bucci una motivazione per andare a votare. Col proprio diritto di voto si può cambiare qualcosa.

Secondo lei c’è più un astensionismo da rabbia e protesta o più da rassegnazione e indifferenze?
Un po’ e un po’, è una scala con diverse tonalità. Di sicuro negli ultimi decenni la politica non ha dato risposte nel Paese e in questa città.

In un recente appello su Facebook ha citato o comunque parafrasato De Gregori. Ma non era un’idolo della sinistra?
Intanto è uno dei miei cantautori preferiti, che voti a sinistra o a destra non vuol dire che non abbia scritto grandi canzone, e poi credo che i cittadini abbiano la possibilità di fare un piccolo pezzo di storia della città col proprio voto per far tirare un'aria nuova.

Lei ci crede all’asse Cinquestelle-Lega Nord?
Io spero che ci sia l’aiuto di tanti elettori che hanno votato 5 Stelle al primo turno, magari disillusi dalla politica tradizionale, ma che comunque esprimevano una volontà di cambiamento. La scelta oggi è tra palude e cambiamento. Io credo possano scegliere Bucci, poi più in generale spero che gli elettori dei Cinque Stelle escano prima o poi dall’illusione del blog. Io dialogherei con loro domani mattina, come speravo dialogassero su tanti argomenti.

Molti sostengono che in questa campagna elettorale lei abbia avuto un ruolo molto forte. Quanto ha pesato il suo ruolo di governatore?
Io ho tifato apertamente per Marco Bucci che rappresenta la mia coalizione in Regione e rappresenta la chance del cambiamento per Genova. Mi auguro davvero che questa regione possa cambiare, perché dietro pretesti e scuse varie è stata tenuta ferma per troppo tempo.

Però qualche consiglio gliel’ho dato.
Io ho condiviso questo con lui: che non c’è un motivo per cui Genova deve essere sottosviluppata, isolata, una città dalla quale i giovani fuggono. E io ne sono convinto più di lui.

Ha scritto su Facebook che se vince Bucci sarà un grande rinascimento genovese. Cosa significa in concreto?
Significa intanto che il progetto non riguarda destra o sinistra, ma rinnovare questa città in cui troppo poche persone hanno governato troppo con una logica di autoprotezione del proprio posto invece di aprirsi a concorrenza, merito, elementi di novità e progresso. Vuol dire far tornare anzitutto Genova normale, con le leggi che si rispettano, sicura, con un piano urbanistico abbastanza ambizioso da far ripartire l’edilizia, una formazione professionale che punti sui mestieri emergenti ma soprattutto uno spirito. Questa città è stata tinta di grigio circondata da un reticolato per difendere i privilegi. Noi vogliamo aprirlo e cambiare colore, meglio se arancione, ma va bene qualunque colore che significhi allegria e speranza.

A proposito di colori, penso al rosso del red carpet: si aspettava che il principale attacco degli avversari si basasse su questa operazione?
Io spero sempre di avere interlocutori capaci, intelligenti e attenti. Evidentemente la mia speranza è delusa. Il red carpet ha avuto un ritorno mondiale gigantesco. I sindaci hanno pregato la regione di tenerlo più a lungo, solo l’opposizione non ne ha capito il valore, che peraltro hanno capito molti loro sindaci che ce l’hanno chiesto.

‘Lamialiguria’ è il nome della campagna turistica, la chiamerà ancora di più così se dovesse vincere a Genova?
No, è la mia ma anche la sua e di chiunque ci viva e ci passi, è questo il senso di un progetto di rinascimento genovese che non è del centrodestra, di Toti e neppure degli elettori di Bucci, ma di tutti coloro che sono stufi di un’aria asfittica e vogliono cambiare, anche quando la pensano un po’ diversamente da noi. Ma credo che, quando parliamo di mobilità sociale ed equità, in tanti possano crederci.

C’è Genova ma anche Chiavari e La Spezia. Qui vede ancora il rischio che il centrosinistra si possa ricompattare?
Io parlo agli elettori e non ai dirigenti. Forcieri è una persona che in porto ha fatto tanto, al di là dell’inchiesta in cui non entro. Nessuno può non riconoscere quello che ha fatto in contrasto con un’amministrazione come quella di Federici che ha bloccato tutto. Difficilmente potranno darle fiducia.

Vedo che c’è feeling tra lei e Forcieri…
No, lui ha una storia molto diversa dalla mia ma questo non mi impedisce di riconoscere qualcosa di valore. Mentre non vedo nulla di valore nella giunta Federici.

Alla Spezia Peracchini è appoggiato dalla lista di Guerri. Le piacerebbe Sgarbi come assessore?
Sgarbi è un amico prima di tutto, un grandissimo esperto d’arte e incantevole quando descrvie qualcosa. Non so quanto abbia voglia di cimentarsi in un impegno amministrativo che, oltre ad essere intellettualmente funambolico, occorre poi fatica, presenza e costanza. Detto ciò tutti i suggerimenti che darà per Genova e La Spezia saranno assolutamente ben accetti.

Se vincerete a Genova e La Spezia è vero, come dice Salvini, che il governo tornerà in bilico?
Io vedo un governo che difficilmente schioderà il sedere dalle proprie poltrone e vedo un governo che difficilmente farà bene al Paese. Mi auguro che il Parlamento faccia almeno in fretta una buona legge elettorale e gli italiani possano tornare a esprimersi.

Nel centrodestra si sta prendendo consapevolezza che il modello Liguria/Lombardia può essere preso come modello nazionale o ci sono altre dinamiche.
Credo che sia un ottimo modello, è una coalizione capace. C’è bisogno di un criterio di qualità e meritocrazia per non vederci di nuovo un derby Renzi-Grillo. La voglia di nuovo c’è, l’abbiamo vista in Francia, dobbiamo saperla costruire in Italia.

A chi fa resistenza cosa dice?
Dico che è meglio trovare una sintesi delle idee comuni anziché arroccarsi sulle proprie e renderle mute perché non si governa. Se per farlo devo mediare un po’ col mio vicino credo sia la miglior sintesi possibile.