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Intervista al presidente della Regione tra Comunali e temi nazionali
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Il nome del candidato sindaco di Genova non lo fa e si dovrà aspettare ancora una settimana dopo l'arrivo della Meloni nel capoluogo ligure, ma il Giovanni Toti intervistato in esclusiva a Macaia ha le idee chiare sulla Genova del futuro: un piano urbanistico aggressivo con qualche demolizione nel centro storico, un piano del commercio cancellando il mercatino di corso Quadrio, legalità, qualità dell'ambiente. E sulla Lega che vuole un suo candidato Toti risponde: "Se Rixi ci sta a me va benissimo".

"Sulle candidature siamo ben orientati ma ci vorrà ancora qualche giorno - ha esordito il presidente della Regione Liguria -  Venerdì sarà a Genova l'amica Giorgia Meloni con cui raffineremo le nostre valutazioni.  La settimana scorsa abbiamo avuto una riunione molto operativa con la Lega. Ora si tratta di stringere le fila. Una cosa mi inorgoglisce particolarmente è che per la prima volta in tutte le città abbiamo rose di nomi particolarmente validi".

La Lega ha diritto di chiedere il candidato?
Se Edoardo Rixi volesse correre su Genova avrebbe tutto il mio appoggio non solo perché è nella mia Giunta ma lo considero un amico personale. Dopodiché credo che lui abbia progetti per sè ed altre ambizioni. E' ovvio che la Lega dirà la sua per questa scelta, ma è giusto che lo dica anche Fratelli d'Italia. Poi dovremo fare delle valutazioni sul programma politico. Su Genova vogliamo come modello una Regione 2.

Quando verrà presentata la squadra?
La squadra la annunceremo nel corso della campagna elettorale.
Alcuni ruoli molto tecnici devono essere delineati una volta scelto il sindaco senza imporre nulla a chi ci mette la faccia. Altri devono invece uscire dal successo delle urne. Presentare la squadra per intero con un pacchetto blindato all'elettore non credo sia un modo per avvicinare alla politica. Serve una scossa della politica da queste parti, una politica fin qui troppo mugugnona. Combatteremo la battaglia fino all'ultima cartuccia delle idee.

Tre cose per Genova?

Un piano urbanistico aggressivo: Hennebique da restaurare, demolire non ce la faranno mai. Il Porto Antico deve essere integrato alla città. Gli Erzelli devono decollare con la funicolare. La zona di via Fieschi sembra Gotham City anche spostando il consiglio regionale. Genova ha bisogno di una scossa. Il centro storico si può allegerire, demolendo qualche edificio. Magari è occupato da qualche centro sociale che se va a altrove non fa un soldo di danno.
Un piano del commercio, la legalità, corso Quadrio deve sparire, un centro storico ordinato ma aperto. Alle 2 di notte si deve trovare un piatto di spaghetti senza che i vigili urbani multino il locale.
Poi serve qualità dell'ambiente, mobilità sostenibile, un accordo serio con i tassisti che diventino ambasciatori della città.

Che sindaco sarà?
"Io certamente non farò il sindaco di Genova, ma lo invidio.
Sarà un sindaco senza un soldo? Ci sono i privati. Un immobiliarista con un po' di lungimiranza si può trovare, se lo fossi io investirei su Genova. Se fossi un giovane investirei nel capoluogo ligure per la mia software house".

Che caratteristiche deve avere?

"Voglio fortissimamente voglio che abbia un'identica idea di sviluppo di quanto abbiamo immaginato per la Liguria, moderna, terziario avanzato, turismo, una Liguria che si candida ad essere una striscia di terra piccola ma all'avanguardia".

L'intervista poi si sposta sui temi nazionali. Ed ecco il legame con Berlusconi.
"Non sono mai state agitate le acque con Berlusconi, ho un rapporto molto antico con lui. L'affetto e la stima reciproca mi consente di  dirgli ciò che penso. Sono convinto che il centrodestra debba fare una marcia verso il partito unico".

Che fine ha fatto Parisi?
"Non lo sento da molto tempo, non so darle una risposta. Per Stefano ho fatto convintamente la campagna a Milano, dopodiché non ho capito il progetto politico per sé. Credo che esista un centrodestra. Staiserenostefano? Lo direbbe Renzi, noi siamo un po' educati".

Favorevole al sovranismo?
"Sono favorevole a riprenderci qualche potere. Che la gestione della Bce sia penalizzante non c'è dubbio. Che il trattato di Dublino ci penalizzi non c'è dubbio, quanto dobbiamo ancora andare avanti così senza sbattere i pugni. Allora ben venga Salvini".

Legge fine vita?
"Lascerei libertà di coscienza. L'ho detto anche nell'ultimo caso con Dj Fabo. Da un lato non posso condividere che uno Stato accetti di rinunciare alla vita, dall'altro se fossi stato nelle condizioni di quel ragazzo non so cosa avrei scelto".

Quindi si torna alla Liguria con il tema della sanità.

"Stiamo lavorando da un lato sulle emergenze vere. Sulle liste d'attesa i dati stanno leggermente migliorando. Al San Martino è comparso un vigilante e presto inaugureremo il nuovo pronto soccorso. Su Alisa stiamo cercando di costruire una struttura che duri. Tutti i cerotti che possiamo mettere li stiamo mettendo. La verità è che bisogna aprire ai privati. E così lo abbiamo fatto ad Albenga a Cairo e per il futuro agli Erzelli".