Non è neppure arrivato alla Sampdoria, eppure Antonio Cassano ha già spaccato in due società e spogliatoio. Al punto da poter portare persino alle clamorose dimissioni di Walter Zenga, prima ancora di cominciare. "O lui o me" sarebbe stato l'aut aut irrevocabile posto dall'allenatore, ed ex numero uno blucerchiato, al presidente Massimo Ferrero. Che, nelle ultime ore, avrebbe fatto qualcosa più di un pensierino all'ipotesi di un ritorno a Bogliasco di Fantantonio, in barba alle polemiche, al no dello spogliatoio e, soprattutto, al niet che più fa rumore: quello di Zenga, appunto.
Il fantasista di Bari vecchia ha mandato ripetutamente messaggi d'amore alla società dove ha vissuto gli anni forse più belli di una carriera in chiaroscuro, tra grandi giocate, polemiche e "cassanate" (copyright Fabio Capello, ai tempi della Roma).
Per un pugno di nostalgici (e Ferrero?) è un sogno folle ma realizzabile. Per Zenga e buona parte della tifoseria una scelta azzardata con poche certezze e molte incognite. A partire dalle reali condizioni fisiche del giocatore, dopo l'addio prematuro al Parma e la lunga inattività.
Ma a pesare sul piatto della bilancia c'è anche un discorso etico, come Primocanale.it ha denunciato in tempi non sospetti, ricordando l'addio burrascoso di tre anni fa e l'ingratitudine mostrata nei confronti dei Garrone: gli unici a credere in lui - e a rilanciarlo - quando il nome di Cassano era diventato come l'aglio per i vampiri per l'intero panorama pallonaro italiano e non solo.
Oggi il copione si ripete, con protagonisti diversi, ma modalità quasi identiche. Cassano si, Casano no. Il tormentone di quest'estate blucerchiata sta facendo esplodere un ambiente che invece avrebbe bisogno di tranquillità per preparare al meglio l'esordio in Europa League.
Zenga lo sa e non fa niente per nasconderlo, evocando persino l'addio, pur di non ritrovarsi una sicura bomba ad orologeria in casa. L'ultima parola toccherà a Ferrero, uno che certo non è abituato a prendere ordini da nessuno e impulsivo il giusto per decidere di testa sua. Ma uno strappo oggi non fa comodo a nessuno e, alla fine, la ragion di stato potrebbe prevalere.
Le prossime ore potrebbero essere quelle decisive per mettere la parola fine alla telenovela. Se l'Uomo Ragno dovesse dire addio, ci sarebbe già pronto il sostituto, quel Cesare Prandelli che su Cassano ha sempre puntato e creduto, sfidando gli scettici. E le cassanate. Con risultati non esattamente indimenticabili...
La società, dal canto suo, prova a gesttare acqua sul fuoco. Fonti interne al club sottolineano che Zenga non avrebbe mai posto un ultimatum e che Cassano, ad oggi, non tornerà a vestire la maglia blucerchiata.
LE PAROLE DI FERRERO- E da Pinzolo, a margine dell'amichevole contro il Kalloni, rimbalzano le parole proprio di Ferrero: "Ho trovato un ambiente molto sereno, le turbolenze le fanno i meteorologi, qui non ci sono problemi. È chiaro che l'ultima parola è mia, io sono il proprietario, il presidente, e qualsiasi calciatore prendo, o il mio staff decide di prendere, sono calciatori giusti per il progetto Samp, che Zenga è ben felice di avere. Lo dico per l'ultima volta, basta con questa "tarantella" di Cassano, pensiamo a giocare la partita del 30, il mercato chiude a settembre. Cassano non verrà alla Samp perché i remake non mi piacciono. Se Cassano -o Giovanni, o Francesco- dev'essere una nota di disturbo per i ragazzi che si stanno allenando e stanno lavorando bene, e l'allenatore si innervosisce, basta, non me ne può fregare di meno. Non mi toccate lo spogliatoio, i calciatori devono fare i calciatori, l'allenatore deve fare l'allenatore, e il presidente deve fare il presidente, sono venuto qui a congratularmi e a portare una parola di sostegno e affetto ai miei ragazzi. Qui non c'è Cassano che ci può disturbare, e se ci fosse qualcuno che vuole dar fastidio o portare turbolenze, lo manderò a quel paese...
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Terremoto Cassano. Zenga 1, Ferrero 0. Il Presidente; "Non verrà"
Come annunciato da Primocanale, Fantantonio ha già spaccato lo spogliatoio
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