cronaca

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"Sono innocente, non c'entro con la sparatoria".

Lo ha detto Salvatore Cimo', 62 anni, di Caltanisetta, arrestato venerdì scorso per il tentato omicidio di Salvatore Mancuso, avvenuto lo scorso maggio in Valbisagno. Cimo' si è poi avvalso della facoltà di non rispondere nel corso dell'interrogatorio di garanzia davanti al gip Ferdinando Baldini. Il suo legale, l'avvocato Stefano Sambugaro, farà ricorso al tribunale del Riesame per chiedere la revoca della misura. L'uomo aveva sparato un colpo di pistola a Mancuso cercando di colpirlo in pieno volto. La vittima si era portato le braccia al viso per cercare di proteggersi e aveva riportato una frattura al braccio. Mancuso si era però rifiutato di collaborare alle indagini negando la circostanza e dicendo di "essere stato colpito da una proiettile vagante" mentre camminava. Atteggiamento omertoso che ha fatto scattare la denuncia anche per la vittima per favoreggiamento. Le indagini della squadra mobile tramite intercettazioni telefoniche dello stesso Mancuso hanno portato a ricostruire il quadro e raccolto gravi elementi di colpevolezza ai danni di Cimo'. All'origine del tentato omicidio ci sarebbe stato una lite per futili motivi tra i due che avrebbe portato Mancuso a colpire Cimo' con un pugno e questo a fare fuoco contro di lui. Cimo' era in regime di semilibertà dal carcere di Marassi perché doveva scontare l'ergastolo per aver ucciso nel 1977 un carabiniere che stava scortando il suo compagno di batteria Cesare Chiti, il bandito che negli anni 70 comandava una gang di rapinatori insieme a Marietto Rossi.