porti e logistica

A un anno e mezzo dal disastro ambientale
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 Era il 17 Aprile del 2016. Le immagini del grave disastro ambientale provocato dalla rottura delle condutture della Iplom, la raffineria che ha sede a Busalla, non si possono dimenticare. Primocanale era stata come sempre in diretta, per diversi giorni, a raccontare le pesanti conseguenze della rottura dei tubi, i timori dei cittadini, le paure, i miasmi, l’inquinamento del rio Fegino e del torrente Polcevera.


Dopo quell'incidente il quartiere è tornato all’apparente normalità. Ma in realtà – a parte gli interventi di urgenza e messa in sicurezza - la bonifica non è ancora iniziata. E’ il momento di capire cosa sia stato fatto davvero: occorre porre domande e trovare risposte dalle istituzioni e dalle aziende interessate.


Perché gli abitanti di Fegino lamentano ancora e sempre più spesso miasmi legati alla presenza della Iplom? Quale è la condizione e la manutenzione dei tubi che collegano Porto Petroli e l’azienda che ha la sede principale in Valle Scrivia? Quali sono le tubazioni che passano sotto la città e in particolare quelli che attraversano la Valpolcevera?


Chi può dare spiegazioni, chi monitora, quali sono le garanzie oggettive che non siano utilizzate tubature vecchie, inadeguate, insicure?


E ancora: quanto pagano (e a chi) le aziende che utilizzano le condutture di Genova e del suo entroterra? Quali sono le compensazioni a favore degli abitanti che subiscono disagi e all'intera città?