porti e logistica

Dopo l'annuncio di Di Maio sul blocco dell'oepra
3 minuti e 19 secondi di lettura
"Ma scusate, se fate un lavoro e vi rendete conto, una volta iniziato, che costa troppo, andate avanti perché per farlo avete già speso dei soldi, o vi fermate?" diceva qualche giorno fa, durante Live on the road, il candidato, poi eletto, del Movimento Cinque Stelle, Mattia Crucioli, in merito alla questione Terzo Valico ferroviario Genova-Milano. Aevav lanciato un appello ai cittadini:

"Non date retta ai giornalisti che vi fanno credere che il terzo valico sia fondamentale". Lo aveva preceduto, per ben due volte, il candidato premier Di Maio, negli studi di Primocanale: "Se andiamo al Governo blocchiamo il terzo valico".

E il mondo economico portuale ora trema: "Quello che abbiamo detto e scritto lo ribadiamo - spiega Alessandro Pitto, presidente di Spediporto Genova, perché si tratta di una convinzione che prescinde dai risultato di una legislatura o dell'altra, perché parliamo di  un'opera che deve traguardare una decina di anni. Confidiamo molto sul senso di responsabilità di chi sarà chiamato a governare e sono convinto che ci saranno momenti di dialogo e confronto per qualcosa che consideriamo prioritario per Genova e la Liguria. Abbiamo visto ad esempio con le nevicate le code di camion per il porto: l'alternativa non può che essere la ferrovia, anche per migliorare l'impatto ambientale".

"Il terzo valico è fondamentale, sono già stati spesi due miliardi, per altri due i lavori sono stati appaltati, il 40 per cento dell'opera è già realizzata, sono state scavate gallerie... in campagna elettorale sono state "sparate" tante cose, questa è la più eclatante" commenta Giovanni Mondini, numero uno degli Industriali genovesi. "Detto questo c'è da rilevare il buon risultato dei Cinque Stelle. Più in generale è evidente che, come presumibile, siamo in stiuazione di stallo e ingovernabilità, anche se si pensava a risultati diversi dentro le forze politiche. Aspettiamo con calma, Mattarella avrà il suo bel da fare. Da industriale devo dire che l'ingovernabilità non fa mai bene, speriamo si risolva presto, tenendo conto che un po' di tempo ci vorrà e spero che anche l'Europa e i mercati finanziari ci diano il tempo per formare il Governo".

"Il popolo dei lavoratori scenderà in piazza perchè vuol dire perdere posti di lavoro, ci sarà una mezza rivoluzione, è come togliere acqua alla gente. Il porto muore, non subito, sarà una morte lenta e dolorosa. Non esiste tornare indietro, è, impossibile togliere alla gente quello che ha avuto, ci fermiamo a metà strada e vediamo cosa succede" dice tranciante e infuriato il presidente dei Terminalisti Gilberto Danesi, numero uno del Vte di Genova.

"Non si sa ancora quale sarà l'assetto definitivo - reagisce Filippo Dellepiane, presidente dei Costruttori di Ance Genova -ma sarebbe pericolosissimo se bloccassimo progetti già avviati. Essendo integralmente finanziati rimarranno dichiarazioni da campagna elettorale e speriamo che il buon senso emerga. Ma preoccupa, al di là di questo, un Paese dove circa il 50% dell'elettorato ha deciso di votare esprimendo malessere, rabbia e scontento. E' un voto di malessere, e se in altri Paesi è al 20%, da noi sommando Lega e 5 Stelle spaventa, dobbiamo chiederci che cosa abbiamo sbagliato".

"A Genova arrivano volumi di merci crescenti che devono essere movimentati, o via strada o via treno, ma oggi via treno ci sono situazioni non favorevoli, per pendenze e altre caratteristiche. A questo serve il Terzo Valico, senza cui resterà un porto con l'attuale bacino di utenza, 90 per cento di strada e 10 per cento via treno" spiega il numero uno del porto di Genova-Savona, Paolo Emilio Signorini.