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Dopo i rinvii a giudizio
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"Non chiederò le dimissioni di nessuno perché sono sempre per il principio della non colpevolezza a meno che non venga sancita dalle sentenze": lo ha detto la capogruppo del Pd Raffaella Paita commentando la richiesta di rinvio a giudizio depositata dalla Procura di Genova per le spese pazze che vede coinvolti anche alcuni esponenti dell'attuale maggioranza. 

"Per quanto riguarda il gruppo del Pd in questo momento tra chi siede in aula nessuno è indagato per quest'inchiesta, quindi da questo punto di vista siamo tranquilli" ha ricordato Paita alludendo al fatto che per il partito democratico la richiesta di rinvio a giudizio ha riguardato solo l'ex capogruppo Antonino Miceli e l'ex tesoriere Mario Amelotti.

Paita replica però alle affermazioni del presidente Toti che ha dichiarato che i consiglieri indagati hanno ricevuto una legittimazione da parte degli elettori che li hanno votati nonostante l'inchiesta in corso: "Dire di aver ricevuto un mandato popolare dagli elettori mi sembra un ragionamento un po' semplicistico - dice Paita - perché esiste anche l'onere di dare vita anche per il futuro a un consiglio che sia rispettoso delle regole. Poi è corretto valutare caso per caso, valutazione che non spetta comunque a me".