Politica

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Fisico da alpinista, faccia pulita, modi diretti. “Edoardo Rixi è una persona seria” gli hanno riconosciuto subito dopo l'esplosione del caso Belsito i diretti concorrenti alla corsa per il Comune di Genova.
 
Per la candidatura a Tursi lui, il maroniano di Liguria, aveva tentennato a lungo. E lo aveva fatto proprio perché come condizione buttata lì in tempi non sospetti, avrebbe gradito l'esclusione dalla sua campagna del tesoriere, prima chiacchierato e ora indagato.

Bossi ancora in sella non aveva ceduto, Rixi se n'è stato. Forzatamente, e ricordando in ogni occasione utile che lui avrebbe voluto da un movimento “duro e puro” provvedimenti anche anticipati rispetto agli atti della magistratura. Rixi, chinato il capo al Capo, si è ritrovato Belsito al fianco la sera della presentazione della candidatura elettorale, alla sala Carignano. Forse, anche per quello, sul modello Tosi ha pensato per tempo a una sua lista civica.

Ora è difficile dire quanto il caso Belsito, ancora da valutare e tutto da giudicare nonostante i gravi indizi, possa costare al giovane Rixi in una piazza rossa e un po’ bacchettona come Genova.
 
Certo, a livello personale, la sua medaglietta l'ha già vinta. Quando gli avversari in pieno sprint elettorale e adrenalico ti regalano degli attestati (sinceri) di stima, hai fatto centro, senza essere democristiano. E lo stesso pare valere per una buona fetta di elettorato.
 
Il suo errore? Non essersi impuntato fino in fondo a difendere quella richiesta originaria. Per dirla alla leghista, non avercelo avuto più duro. Contro quella Lega.