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La sfida sarà riportare i giovani alla politica
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Chissà come voterà Genova. O come voteranno La Spezia, Savona, Imperia. E il Tigullio o le due storiche vallate popolari che dividono in tre fette la città capoluogo. I risultati che conosceremo tra poche ore potrebbero disegnare un quadro politico, anche del nostro piccolo territorio, completamente diverso da quello in cui siamo cresciuti e che le ultime elezioni regionali e comunali hanno in buona parte scombussolato.

La mutazione politica di una popolazione numericamente modesta come quella ligure, ma per molti anni segnata da perimetri politici ben definiti, ci costringerà a leggere il cambiamento. Soprattutto dovranno leggerlo i partiti (quelli che resteranno) e i movimenti, chiamati in democrazia a rappresentare il popolo.

La Liguria nuova che sarà disegnata da queste elezioni servirà a modificare anche i movimenti politici e gli uomini che devono guidarli?


Probabilmente sì. Forse non in tempi brevi, ma se cambia l’idea politica di un popolo, se si frantuma e si ricompone in nuovi scenari, chi è chiamato a fare politica non può che adeguarvisi. Lo voglia o no.

Vi ricordate come illustravamo politicamente la nostra regione fino a qualche mese fa?

Genova e Savona rosse, con la Spezia rossissima. La bianca Imperia, bianchissimo il Tigullio, tendente al bianco la riviera savonese, rosse la Valpolcevera e Bisagno, le bianche Albaro e Carignano, rosée Castelletto e via dicendo.

Queste elezioni ci restituiranno uno scenario completamente modificato? In buona parte sì. Sicuramente dovremo fare i conti con un nuovo scacchiere politico, ricco solo di incertezze e bisogni, di eccessive paure e di egoismi. Tutti ingredienti emersi brutalmente da una campagna elettorale che, purtroppo, ha palesato soltanto il peggio delle aspirazioni umane, laddove sono scomparse parole nobili come Solidarietà, Bene comune, Unità.

Noi modesti commentatori della cronaca quotidiana facciamo gli stupiti di fronte alla pressoché totale assenza di due generazioni di giovani dall’interesse politico e quindi dalle urne? E’ un atteggiamento ipocrita.

Chi riuscirà, leggendo bene i risultati di questa tornata di voto, a riportare piano piano i giovani alla politica e quindi al voto, avrà future vittorie garantite, a destra, sinistra o al centro con tutte le altre sfumature. Chi riuscirà a intercettare quell’ ampia parte del mondo del lavoro oggi annientata dai bisogni quotidiani creati dalle scelte politiche del passato e del presente, avrà altre vittorie garantite.

Se, al contrario, i risultati saranno usati solo per mettere uomini, donne e bandierine sui seggi di Montecitorio e Palazzo Madama come modeste pedine al canto di “questo a me, quello a te”, verrà data una nuova mazzata alla politica con conseguenze molto preoccupanti. E di difficile ricomposizione.