politica

Panorama diverso nel giro di tre giorni
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Ero convinto che la scissione di D’Alema e Bersani avrebbe sconquassato il Pd genovese. Ma nel giro di tre giorni il panorama appare molto diverso dalle aspettative della prima ora. Infatti i bersaniani genovesi doc sembrano essersi scissi dal loro leader nazionale, decidendo di restare dentro il Pd di Renzi magari raccogliendosi tra i sostenitori della candidatura di Andrea Orlando alla segreteria del partito.

Mario Tullo, per esempio, manifestando il suo dispiacere da vecchio militante sarebbe soddisfatto della soluzione-Orlando. Margini da tempo ha lasciato i bersaniani-dalemiani, il segretario provinciale Terrile e Giovanni Lunardon anche.

La vasta area bersaniana genovese che aveva dato vita dopo la sconfitta alle regionali al movimento separatista dei Duecento, oggi, (almeno fino a questo momento) pare intenzionata a non voler andare dietro a chi sta fuoriuscendo, forse, come sottolinea il primo scissionista, Sergio Cofferati, proprio perché qui da noi una scissione c’era già stata.

Alla fine se ne dovrebbero andare Ubaldo Benvenuti, Claudio Montaldo e un pezzo di base che già da tempo non è più col Pd. Mentre Graziano Mazzarello, resterebbe solo se Orlando andasse avanti con i suoi propositi. Certamente sono tutti pezzi da novanta per i ruoli che hanno ricoperto nel passato e per la loro storia politica. Certamente porteranno con se molti militanti, quelli che da tempo patiscono il malessere di un partito della sinistra che non riesce più a prendere voti a sinistra. Mentre non conta nulla, da noi la strategia “alla pizzica” di Michele Emiliano.

Un bel gruppo, ma non tutti. Il congresso che verrà (quello ligure) segnerà queste quote di partito, ma se non ci sarà la volontà di sacrificio reciproco per trovare un candidato segretario regionale condiviso, le prospettive sarebbero veramente drammatiche. Idem nella ricerca di un candidato sindaco del centrosinistra che si presenta con un’operazione molto difficile che porterebbe il Pd di Renzi e Orlando ad affidarsi alle mani tranquille di qualche assessore col consenso di una parte dei cittadini.