cronaca

Cavo: "Quest'anno niente caos". Cgil: "Servono bidelli"
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Prima campanella il 14 settembre per le scuole dell'obbligo in Liguria - gli asili hanno già cominciato - e almeno stavolta sarà scongiurato il caos del 2016. Non ci saranno insegnanti fuori posto e cattedre vacanti, ha assicurato ancora in queste ore il nuovo direttore dell'ufficio scolastico regionale, Ettore Pellecchia. Giusto qualche supplenza che dovranno assegnare i presidi in base alle graduatorie d'istituto. Chi manca, invece, sono i bidelli. 

"Questo anno scolastico non partirà con un cortocircuito - commenta l'assessore regionale alla formazione, Ilaria Cavo - Esistono però casi di supplenze ampie, con diverse ore, come matematica o scienze, che non hanno ancora copertura perché si è esaurito il bacino da cui attingere gli insegnanti. Può essere che qualche classe inizi con un professore in meno, ma poi andrà tutto a posto". 

L'assessore Cavo inaugurerà l'anno scolastico in tre scuole diverse. Alle 8.15 visita all'istituto tecnico Montale di Marassi, alle 10 le paritarie Contubernio d'Albertis in San Fruttuoso e alle 12 il centro di formazione professionale Don Bosco di Sampierdarena. 

"Va meglio dell'anno scorso perché hanno fatto le nomine per tempo, ma ci sono ancora ritardi cronici e siamo sempre affetti da supplentite", ribatte Andrea Giacobbe, segretario genovese della Flc-Cgil. Che lancia un allarme soprattutto per i collaboratori scolastici: "Il cosiddetto personale Ata non è ancora sufficiente. Ne serve almeno un centinaio oltre a quelli già autorizzati in deroga, che sono circa 90. Parliamo della normale copertura del servizio, non di grandi numeri". 

Ritardi che, secondo i sindacati, dipendono soprattutto dal Miur "ma anche a livello locale si potrebbe procedere a deroghe sensate". In verità Pellecchia ne ha firmata una appena insediato, per assumere ottanta insegnanti di sostegno che consentiranno di coprire le necessità dei ragazzi. E poi, bocciatura totale alla sperimentazione dei licei brevi: "È un pasticcio. Ce ne saranno cento diverse. Meglio, piuttosto, una riforma complessiva dei cicli scolastici".