politica

Referendum
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'The Vow'. 'La promessa'. In prima pagina sul quotidiano scozzese Daily Record e con tanto di firme in calce: David Cameron, Ed Miliband, Nick Clegg. I leader dei principali partiti britannici fanno fronte comune e per scongiurare la vittoria del 'Si''al referendum sull\'indipendenza scozzese mettono nero su bianco la loro promessa di concedere maggiori poteri alla Scozia se sara\' ancora parte del Regno Unito la mattina del prossimo venerdi.

Tre sondaggi indicano il fronte del 'No' in leggero vantaggio sugli indipendentisti. Un rilevamento condotto per il Daily Telegraph vede gli unionisti in testa con il 52% e il fronte del 'Sì' al 48%, con l'esclusione degli indecisi. Stessa distanza registrata da un sondaggio Icm pubblicato sulla Scotsman e da un rilevamento Survation condotto per il Daily Mail. Calcolando anche gli indecisi, il sondaggio Opinium per il Daily Telegraph segnala il 'No' al 49%, il 'Sì' al 45% e gli indecisi al 6%. Per il rilevamento Icm gli unionist sono al 45%, gli indipendentisti al 41% e gli indecisi al 14% e quello Survation vede il fronte del 'No' al 48%, il 'Sì' al 44% e gli indecisi all\'8%.

A poche ore ore dal voto (al via alle sette del mattino di giovedì 18 settembre) Westminster tende la mano nella maniera piu\' ufficiale che sa e offre agli scozzesi un impegno in un documento (non è casuale la grafica scelta dal giornale) stilando una per una le proposte in cambio di un voto per il 'No'.

Tre i punti principali: il primo promette vasti poteri per il parlamento scozzese secondo la tabella di marcia stabilita dai partiti e illustrata dall\'ex premier Gordon Brown nei giorni scorsi. Il secondo è la garanzia di condivisione delle risorse in maniera equa, quindi l'impegno categorico nel riconoscere al governo scozzese la decisione sul finanziamento dell\'Nhs, il servizio sanitario nazionale che costituisce una delle maggiori incognite in caso di indipendenza secondo parte dell'elettorato.

Che il clima del dibattito con l'avvicinarsi del voto si vada surriscaldando lo dimostra poi la prima vittima di contestazioni: sopraffatto da urla e insulti il leader laburista Ed Miliband - che giocherebbe anche 'in casa' nella Scozia tradizionalmente importante bacino elettorale laburista - ha dovuto interrompere un incontro con gli elettori in un centro commerciale nel centro di Edimburgo questo pomeriggio.