cronaca

Otto ore di sciopero, trecento manifestanti bloccano Genova
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Sono stati ricevuti in delegazione in prefettura i lavoratori edili che manifestano contro il nuovo codice degli appalti, con uno sciopero di otto ore e un corteo che ha paralizzato il casello di Genova Ovest e il centro cittadino per buona parte della mattinata.

"L'ufficio della Prefettura ha ricevuto le nostre istanze circa il rischio per i lavoratori in seguito all'approvazione del codice degli appalti - hanno detto i rappresentanti di Uil, Cisl e Cgil - e si sono impegnati a trasmetterle al Governo che ha disatteso quanto convenuto in un'intesa con le struttura nazionali unitarie che affermava l'obbligo della clausola sociale".

"Questo codice genera nuova infiltrazione mafiosa nei cantieri delle autostrade, nuovo caporalato, minore qualità e minore sicurezza - aggiunge Fabio Marante segretario generale Fillea Cgil Liguria - e se non arriveranno risposte concrete la manifestazione di oggi sarà la prima di molte altre".

Fra i lavoratori anche una delegazione dell'azienda Abc Costruzioni del Gruppo Gavio che ha appena inviato 40 lettere di licenziamento in seguito alle modifiche introdotte dal nuovo Codice degli appalti che abbassa dal 40% al 20% la quantità di contratti 'in house' mettendo sul mercato tutto il resto.

Donato Ciddio, della segreteria nazionale Feneal, ha detto: "Il decreto legislativo riduce del 50% l'attività di queste ditte. C'è stato un cambiamento radicale del testo che avevamo concordato. A rischio migliaia di posti di lavoro. La parte sull'articolo 177 che pone in gara l'80% dei lavori e che rischia di mettere sulla strada lavoratori che sono sulla progettazione stradale. In sede nazionale a rischio 3 mila posti, in Liguria un centinaio".

Così Mario Benvenuto, Femca Cisl: "La situazione Abc Costruzioni è drammatica. L'azienda ha già pensato di aprire un anno fa la procedura di mobilità per 73 lavoratori. La legge sugli appalti non può incidere così tanto sui lavoratori. Stanno smembrando un'azienda".

"Il nuovo codice degli appalti varato dal Governo Renzi è una truffa in danno dei lavoratori: anche questa volta, con la scusa di doversi allineare alle norme europee, si spinge sull’acceleratore della precarizzazione e si abbassa il livello di qualificazione nel settore", commenta Gianni Pastorino, consigliere regionale di Rete a Sinistra.

"I sindacati hanno ragione quando dicono che questa è una 'falsa liberalizzazione'. Attività in house limitate a un massimo del 20%: i parametri sono così stringenti che solo le grandi aziende possono soddisfarli. In realtà è soltanto un’altra prova che per Renzi le garanzie occupazionali non sono una priorità", continua Pastorino.