politica

Spicchi d'aglio
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Ancora non è chiaro quale sarà' la Sanità' modello centrodestra che l'assessore leghista Viale con il beneplacito (almeno così sembra) del presidente Toti, ma soprattutto con l'ispirazione del potente direttore lombardo Locatelli, sta per definire e rivelare.

Qua e là alcuni assaggi, una idea filosofica ispirata alla Sanità alla milanese, un obbiettivo giusto cioè il risparmio senza tagli sulla pelle già dolorante dei poveri liguri, no agli sprechi, basta fughe fuori regione, meno politica e più assistenza, insomma, principi così incontestabili da diventare banali.

La mossa sulla governance disastrata, come sostiene l'assessore, però sembra abbia un solo risultato: un cambio di nome alla Agenzia regionale della Salute, l'Ars di fede burlandian-montaldiana che assume un piacevole nome di ragazza, Alisa, invece che viaggiare con una targa Ars, appunto.

Questa Alisa deve coordinare le intemperanze delle troppe Asl della Liguria, che poi sono intemperanze dei direttori generali di tali Asl, scelti in passato, ormai sembra evidente visti i risultati modesti soprattutto per affinità politiche.

Le Asl liguri almeno negli ultimi anni dell'Impero di Claudio, hanno fatto fiaschi generalizzati. I tagli ci sono stati solo sulla efficienza con il risultato che la sanità ligure, pur salvandosi in generale grazie a molti sacrifici personali di medici e infermieri, non è stata certamente un buon esempio nazionale.

Il livello qualitativo degli ospedali è piuttosto basso e tutti i report nazionali lo hanno sentenziato anche se con qualche "ma" per salvare assessori e amici degli amici, ci sono ancora incredibili doppioni e tripploni in un piccolo territorio , così piccolo che qualcuno ha sostenuto che sarebbe stata sufficiente una sola Asl.

Ma siamo generosi. Con due o tre si sarebbe coperto abbondantemente il fazzoletto ligure. Così alcune specialità super della chirurgia che, sostengono i criteri nazionali della ministra Lorenzin basterebbero a coprire bacini vasti quanto la nostra piccola regione, hanno cloni che alla fine producono troppo poco rispetto ai criteri di sicurezza e necessità di legge.

Per salvare primari e reparti che si sa possono diventare importanti centri di potere e poteri, nulla è stato toccato. Le Asl sono cinque e tali resteranno.

Per decenni i direttori generali sono andati avanti gestendo acquisti scoordinati, in regime di totale autonomia e ora, finalmente, si scopre che devono essere fatti attraverso una centrale unica di acquisto.

Si scopre che gli esami devono essere fatti nell'arco di tutta la giornata come avviene in tante regioni italiane, che le prenotazioni devono essere rigorose, ma anche che un paziente non può aspettare un anno per sottoporsi a una visita o esame decisivo per la sua salute. Banalità. Appunto.

Queste scoperte hanno ispirato la Riforma Ligure della Sanità, dizione francamente un po' tronfia. Ma vabbe', passiamoci sopra alla terminologia e badiamo ai contenuti.

Li valuteremo con l'aiuto di esperti quando verranno resi pubblici. Quello che assolutamente non potremo accettare come Liguri è che si cancellino potenzialità scientifiche locali (ci sono assessore e non le ha soltanto Maroni) per aprire autostrade che conducono inesorabilmente e velocemente in Lombardia nelle accoglienti braccia della Sanità modello Maroni (presidente leghista cui l'assessore Viale molto si ispira essendo stata anche sua sottosegretario quando il Lombardo era agli Interni).

Il caso di Albenga dove operavano ortopedici liguri di grande richiamo con una formula pubblico-privata finita nel mirino della magistratura deve farci riflettere. Senza entrare nella vicenda giudiziaria sulla quale diranno i giudici con le loro sentenze, ci preoccupa quella assistenziale. La formuletta che consentiva ai super ortopedici di restare in Liguria e operare soprattutto i liguri (essendo tali prof. in questa struttura pagati bene) evitava le migrazioni nelle cliniche di Milano e dintorni dove noi andavamo a rimpinguare abbondantemente le casse della Sanità lombarda a spese di quella Ligure.

Cancellata questa struttura che cosa succederà?
Non vorrei che gli Appennini come per magia si spianassero per far transitare folle di pazienti nostrani verso lidi altrui nel nome di una nuova sanità, libera e democratica, votata all'efficienza, ma targata Lombardia.

Il rapporto tra pubblico e privato deve essere molto chiaro e severo e mirare a pochi obbiettivi: qualità per i pazienti della Liguria.
Blocco delle fughe fuori regione (evidentemente se non motivate dall'assenza di alternative valide in loco). Giusta remunerazione per chi attrae clienti. Contenimento dei costi oggi fuori controllo proprio per colpa delle trasmigrazioni.
Ecco un altro punto-chiave della riforma sanitaria che ci aspettiamo.

Infine l'assetto razionale degli ospedali di Genova. Con la scelta delle vocazioni delle singole strutture. Che cosa deve fare San Martino? Che cosa il Galliera? Che cosa l'ospedale del Ponente? E Voltri? E l'Evangelico? E il Gallino? E Sestri? Che cosa il Gaslini? E tutti gli altri ? E come si agirà sui medici di famiglia.
Se la riforma Toti-Viale sarà seria dovrà rispondere anche a queste domande.

Altrimenti aspettiamoci altri cinque o più anni di cerotti, applicati qua e là. Di annunci più o meno farlo cchi. Di spoyl sistem dei direttori generali. Magari più tendenti al verde azzurro e meno al rosso.

Infine il ruolo dell'Universita. Ma questo frizzante argomento merita un discorso a parte.