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L'Europa League è sempre rimasta sullo sfondo
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Il presidente della Sampdoria Massimo Ferrero ama giocare, scherzare. Fa anche pronostici ma difficilmente, e se ne sarà reso conto anche lui, ci azzecca. "Vinceremo 4-0" aveva detto alla vigilia dell'Eurosfida contro la Vojvodina. Ed è finita 4-0: ma per i serbi. Un bel tacer non fu mai scritto, mai detto, mai quello che volete, visto che Ferrero, a nostra memoria, ha preso solo il pronostico del successo all'Olimpico contro la Roma della scorsa stagione.

Ma la vergognosa debacle di Torino ha radici lontane. Affonda, ad esempio, in una sensazione che l'Europa League fosse data come un qualcosa di scontato, come se passare questo turno fosse un pro forma e che il vero impegno sarebbe stato  quello dopo Ferragosto. Una sensazione corroborata delle tante, troppe chiacchere attorno al mercato, ad esempio.

Si è parlato più di Cassano che dell'esigenza che la Sampdoria ha di comprare un vero centravanti, un giocatore da 14-15 gol che manca maledettamente ancor più dopo che se ne è andata l'unica vera punta centrale, Okaka (per carità, ormai qui non ci stava più). Si è parlato poco dei dubbi in difesa, dove Moisander è fermo praticamente dall'inizio e dove, tutto sommato si poteva ancora tenere Mesbah almeno fino a questo turno preliminare.

Si è parlato più di Balotelli (prestito? Costa troppo? Mi interessa? Non mi interessa?) che di un Muriel il quale, con quello che è costato, non può essere quello che abbiamo visto da gennaio ad oggi (e prima era l'infortunio, e poi il ritardo di condizione e dopo la Coppa America..). Insomma, va bene che il mercato finisce il 3 settembre ma la Sampdoria aveva un appuntamento importante che ha sciaguratamente gettato alle ortiche facendo una figuraccia in diretta tv.

E mancando di rispetto a quelle migliaia di tifosi che, in una calda serata di fine luglio, sono usciti prima dal lavoro, o hanno preso ferie e sono andati in uno stadio non proprio amico(bella scelta, anche fortunata verrebbe da dire) per assistere a uno scempio tale. Attenuanti? Non quella delle preparazione perché, signori, la Sampdoria lavora da 30 giorni non da ieri.

La Vojvodina ha sicuramente più ritmo gara ma è una buona squadra serba, non il Real Madrid. Che questi turni siano insidiosi le italiane lo sanno bene, ma così è qualcosa di fuori dal mondo. Un pizzico di sorte, per il virus gastrointestinale che manda ko Coda e Regini e costringe Zenga a rispolverare Palombo centrale esponendolo a una figuraccia colossale(ma non era stato provato per buona parte del ritiro Salamon?). Stop.

Zenga che si siede dopo 30 minuti in panchina è lo specchio dell'arrendevolezza e le sue scuse sotto la curva dei tifosi non possono bastare. Attorno al tecnico c'è stata da subito un aura di diffidenza che Ferrero ha sfidato difendendolo anche quando, poi, si è arrivati al dissidio su Cassano si-Cassano no. Ora servono uomini di campo e di calcio per capire se Zenga possa ancora essere la scelta giusta. Una riflessione è doverosa anche perché un ko come questo non potrà non avere ripercussioni psicologiche almeno per una buona fetta di stagione.

Così come doveroso è un richiamo a Ferrero: il Presidente ha visto lo o straordinario amore dei tifosi che, sul 4-0 cantavano, dopo che Zenga e la squadra sono andati a scusarsi (e li non potevano esimersi dal fischiare) hanno ripreso a cantare, hanno cantato sempre.

Presidente, meno parole: meno tweet, meno show, meno nomi fantasiosi o i soliti noti. L'anno scorso ha vissuto le cose belle del calcio, la luna di miele con i tifosi: ma i tifosi amano e chi ama non sopporta i tradimenti. E quello di Torino è un tradimento grosso come una casa.