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Mentre la società minimizza la grana-Eto'o
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Se il presidente della Sampdoria, dall'alto – si fa per dire – di quota 40 punti, “ringrazia” Montella sostenendo di aver sbagliato a esonerare Zenga troppo presto, lo stesso tecnico blucerchiato prende tempo sulla permanenza a Genova. Si tratta di un allontanamento dialettico che non sembrava all'ordine del giorno, visto che dirigenza e mister in più di una occasione hanno parlato della prossima stagione. A questo punto, ogni sviluppo non è da escludersi, compresa la prosecuzione della poco lusinghiera tradizione che da tempo vede la Sampdoria... divorare un allenatore dopo l'altro. Dopo Del Neri, ormai sette stagioni fa, soltanto Mihajlovic lo scorso anno è riuscito ad aprire e chiudere un campionato.

In ogni caso, con tre partite, tutte complicate, ancora da giocare mentre le inseguitrici come previsto mettono il turbo, il mondo doriano si interroga sul futuro che lo attende. Svanite o defilatesi le alternative all'attuale dirigenza, ci si appresta a un altro mercato rispondente alle esigenze di autofinanziamento: Osti e Pecini, con il solito Romei assente nella forma quanto presentissimo nella sostanza, dovranno impegnarsi al meglio per coniugare attivo economico con potenziamento tecnico. Il salto all'indietro compiuto in una sola stagione, dal 7° posto con 56 punti all'attuale 14° con 40, indica una tendenza assolutamente almeno da arrestare, se non da invertire.

Nel frattempo, tra idee di ingaggi e vendite, non si dissolvono le incognite sul “non acquisto” di Fabrice Olinga. Il tempo passa e le probabilità di una soluzione bonaria sembrano calare, anche perché sia il club che il calciatore sostengono di essere nel giusto.

A Corte Lambruschini si considera il fascicolo come una questione tutt'al più fastidiosa, destinata a risolversi senza conseguenze; ma la tenacia con cui Eto'o continua a tenere il punto, al pari della controparte che rivendica ogni ragione, apre la via a due sole ipotesi realistiche: il bluff delirante di un campione misteriosamente impazzito, oppure il devastante danno di immagine (sanzioni a parte) a carico di una società finita, per leggerezza o altre pecche, a pestare i piedi alla persona sbagliata. Vedremo.