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L'assenza cronica di un amministratore delegato e il ruolo dell'avvocato
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Sale per la prima volta, dall'assise dei tifosi, un filo di fumo nero per il presidente della Sampdoria, consumato ormai quello smisurato credito di partenza che due anni fa gli era stato concesso, quale controvalore della mai ammessa malsopportazione popolare, verso l'intransigente austerità dei pur facoltosissimi predecessori petrocrati.

Come sempre e su ogni piazza, l'eclissi di risultati ha più forza di ogni altro fattore disillusorio, come le promesse tradite ("Non vendo nessuno" poche ore prima di cedere Eder), le disavventure giudiziarie, la costante reticenza sulle fonti delle risorse economiche utili ad ammortizzare eventuali contraccolpi gestionali, fino alle sistematiche cadute di stile, che poi cadute non erano né sono perché nel Kitsch del personaggio c'è sempre stata una coerente linearità sui livelli del basso.

Tutto questo era stato irrilevante, fino alla sequenza negativa imboccata dopo il cambio di allenatore, finora nei numeri – pur tra molte attenuanti, a partire dal recessivo mercato invernale - rimedio peggiore del male. Eppure ci sarebbero mosse a costo zero, ma dal profondo impatto positivo su un ambiente sempre più scettico, quando non diffidente, verso la società.

Non si capiscono infatti le ragioni della tenacia con cui Antonio Romei, ora qualificato come “braccio destro” ora come “legale di riferimento” del patron, si sottrae all'assunzione formale, ai sensi delle regole FIGC (Norme Organizzative Interne, art. 37), del ruolo di amministratore delegato nei fatti esercitato con plateale continuità. La plastica contraddizione tra l'esercizio di una funzione e l'assenza non già cronica, ma pure rivendicata, di un titolo formale per svolgerla suona sempre meno comprensibile, in un contesto povero di luci.

Da uomo di legge, Romei ben saprà come soltanto negli ordinamenti non si dia potere senza il contrappeso della responsabilità: perciò sorprende la mancanza di sensibilità, rispetto a un'esigenza sempre più avvertita dalla piazza.

Lo diciamo nell'interesse dello stesso avvocato, perché ostinarsi a non voler essere di diritto
quel che si è di fatto non sgombra del tutto il campo dai timori, di cui il primo riguarda l'idea che per lo stesso consulente informale del presidente non sarebbe il caso di intestarsi o cointestarsi gli atti della vita societaria alla cui elaborazione pure egli partecipa. Ma ci sono già troppe anomalie, in questa Sampdoria, per giudicare inutile la rimozione di una delle più vistose.


*Controcalcio in onda su Primocanale (ch.10 in Liguria) ogni martedi alle 21