sport

Dopo le voci di rientro del fantasista in blucerchiato
2 minuti e 13 secondi di lettura
“Ti aspetto qui, con te non ho finito! Ti aspetto qui”, dice all'arbitro. Mancano 180 secondi alla fine di Sampdoria-Torino del 2 marzo 2008. Il risultato è bloccato sul 2-2. Antonio Cassano è appena stato espulso nella gara che riassume la sua carriera in 90 minuti. Il barese in quel momento mostrava al mondo quel lato oscuro che troppo spesso si ripresenta: contro la sua squadra, contro gli arbitri, contro gli amici. E perfino contro un galantuomo come Riccardo Garrone.

Cassano è pronto a tornare alla Sampdoria, dopo 5 anni da quel pomeriggio a Bogliasco, da quegli insulti a Garrone e alle scuse (tardive). E' pronto a tornare perché lo suggerisce l'imminente partenza di Eto'o, perché per la prima volta non c'è una chiusura totale della società sulla voce di un suo ritorno, è pronto a tornare perché lo chiede da troppo tempo. La tifoseria è spaccata.

C'è chi si ricorda del Cassano che ha riportato il calcio a Genova dopo troppi anni, e chi pensa a quel fenomeno rovinato dal carattere spacca-spogliatoio. Quello azionato da una vena imprevedibile che lo porta a insultare l'unico uomo che lo ha difeso da tutto e da tutti: Riccardo Garrone. Chi si ricorda di questo Cassano, si sente come tradito, quel tipo di tradimento che non può essere perdonato.

La bocciatura di Antonio Cassano si legge anche nelle sfumature di chi non vuole esporsi apertamente, ma dubita: sono sei mesi che non gioca, siamo sicuri che si metterà in forma per la Sampdoria a 32 anni? Riuscirà a fare qualcosa che non sia camminare in campo? E se ama Genova e la Samp come ha sempre affermato, sarà disposto a mettere a dieta se stesso e il suo portafoglio?

Cassano ha mancato di rispetto alla famiglia Garrone. Le offese contro Riccardo fanno ancora eco negli ambienti che rispettano la famiglia e la sua storia. La Sampdoria fu salvata da un galantuomo, contro tutto e contro tutti. Quel Riccardo Garrone che ha sempre onorato con puntualità i suoi impegni. Con la città e con i suoi calciatori. Cassano questo dovrebbe ricordarlo: offendendo Riccardo Garrone ha mancato di rispetto alla famiglia e alla città intera. Non soltanto a quella di sponda blucerchiata.

Senza memoria non si costruisce il futuro. E anche i tifosi che oggi sperano nel ritorno del fantasista barese dovrebbero tenere sempre a mente la gravità del gesto nei confronti di una famiglia per bene come i Garrone. Se l'etica nello sport ha ancora un senso, Antonio Cassano stia lontano da Bogliasco. E solo l'ipotesi di ritorno rappresenta un'offesa alla famiglia che lo ha coccolato come un figlio.