politica

No di Mattarella a Savona, elezioni sempre più vicine
4 minuti e 29 secondi di lettura
Giuseppe Conte ha rinunciato all'incarico, salta così il governo giallo-verde. Lo scoglio insuperabile si chiama Paolo Savona: l'economista, controverso per le sue posizioni sull'euro e l'Ue, è stato oggetto del braccio di ferro tra il Quirinale e Lega-M5s, che lo volevano a tutti i costi ministro dell'economia. "Sui ministri non posso subire imposizioni, devo difendere i risparmi degli italiani", ha detto Sergio Mattarella che ha tentato invano di proporre un altro nome, quello di Giancarlo Giorgetti, vice segretario della Lega. 

Ora il tentativo del Colle sarà quello di un un governo del presidente che possa far approvare la legge di stabilità e magari una nuova legge elettorale. Il capo dello Stato ha convocato per oggi al Colle l'economista Carlo Cottarelli, ex commissario della spending review. Ma i numeri per ottenere la fiducia sono quasi impossibili. Escludendo Lega e M5s, tutte le forze politiche messe insieme non raggiungono la maggioranza in nessuna delle due camere.

L'iniziativa è stata infatti accolta dall'ira di Salvini, Di Maio e Meloni. "Mai servi", dice il leader della Lega. Mentre M5s e FdI evocano l'impeachment per il capo dello Stato. "In bocca al lupo a Cottarelli? In bocca al lupo a chiunque. E soprattutto all'Italia. L'importante è cercare di far bene al Paese", ha detto Conte in serata. Paolo Gentiloni esprime solidarietà al Colle: "Ora salviamo il Paese".

A questo punto appaiono scontate le elezioni anticipate. La prima data utile sarebbe quella del 9 settembre, costringendo perciò a una campagna elettorale durante tutta l'estate. Per farlo, Mattarella dovrebbe sciogliere le camere

LE PAROLE DI MATTARELLA - "Ho agevolato il tentativo di dar vita a governo" tra M5s e Lega, "ho atteso i tempi per farlo approvare dalle basi militanti", ha detto il Capo dello Stato dopo la rinuncia di Conte. "Io devo firmare" i decreti per le nomine dei ministri "assumendone la responsabilità istituzionale, in questo caso il presidente della Repubblica svolge un ruolo di garanzia che non ha subito né può subire imposizione", ha affermato ancora Mattarella.

"L'incertezza della nostra posizione nell'Euro ha posto in allarme investitori italiani e stranieri che hanno investito in titoli e aziende. L'aumento dello spread aumenta debito e riduce la possibilità di spese in campo sociale. Questo brucia risorse e risparmi delle aziende e prefigura rischi per le famiglie e cittadini italiani", con un rischio anche per i mutui. La decisione di non accettare il ministro dell'Economia "non l'ho presa a cuor leggero", ha spiegato Mattarella parlando al Quirinale, ora da alcune forze politiche mi si chiede di andare alle elezioni. Prenderò delle decisioni sulla base dell'evoluzione della situazione alle Camere.

LE PAROLE DI CONTE - Il lavoro compiuto è stato fatto "in un clima di piena collaborazione con gli esponenti delle forze politiche che mi hanno designato", ha detto Conte parlando al Quirinale al termine del colloquio con il Capo dello Stato. "Come vi è stato anticipato ho rimesso il mandato a formare il governo di cambiamento" e "ringrazio il Presidente della Repubblica e gli esponenti delle due forze politiche per aver indicato il mio nome", ha detto ancora Conte. "Vi assicuro - ha concluso - che ho profuso il massimo sforzo e attenzione a questo sforzo, in un clima di piena collaborazione con le forze politiche che mi hanno designato".

LE PAROLE DI SALVINI - "Abbiamo dimostrato buon senso, generosità, responsabilità. Abbiamo rinunciato al presidente della Camera, al presidente del Senato, alla presidenza del Consiglio. Abbiamo finito di rinunciare. Quello che dovevamo fare, l'abbiamo fatto".

LE PAROLE DI DI MAIO - "Avevamo espresso Conte come presidente del consiglio, avevamo una squadra di ministri, eravamo pronti a governare e ci è stato detto no perché il problema è che le agenzie di rating in tutta Europa erano preoccupate per un uomo che andava a fare il ministro dell'economia. Allora diciamocelo chiaramente che è inutile che andiamo a votare tanto i governi li decidono le agenzie di rating, le lobby finanziare e bancarie, sempre gli stessi".

"Prima attiviamo l'articolo 90 (la messa in stato di accusa del Presidente della Repubblica, ndr) e poi si va al voto, perché bisogna parlamentarizzare questa crisi", ha detto ancora Di Maio in una intervista telefonica a Fabio Fazio a "Che tempo che fa" su Rai1.

"Salvini non voleva governare: ha fatto promesse irrealizzabili, ha paura delle sue bugie, altro che Flat Tax e Fornero - ha scritto su twitter l'ex premier e segretario del Pd, Matteo Renzi -. E quindi ha usato l'alibi di un ministro per far saltare tutto: vecchio stile leghista. Ma minacciare #Mattarella è indegno. Sulle Istituzioni non si scherza".


IL COMMENTO DI GIOVANNI TOTI - "Non ci sono assolutamente le condizioni per l'impeachment nei confronti del presidente della Repubblica. Savona era nome di alto profilo, ha già fatto con Ciampi il ministro, non capisco opposizione di Mattarella così come non comprendo perchè i due partiti non abbiano provato soluzioni alternative. Andare al voto? con questa legge rischiamo un nuovo stallo, serve una legge elettorale diversa".