cronaca

54 secondi di lettura
Avevo paura che mi potessero aggredire ma non volevo ammazzarlo. Mi dispiace per quello che è successo”. Si è difeso così, durante l’interrogatorio di convalida del fermo, il ragazzo di origini ecuadoriane di 20 anni accusato di aver ucciso, domenica mattina fuori dalla discoteca Las Vegas, un suo coetaneo: “Alcune settimane fa – ha detto l’omicida – sotto casa mia era stato aggredito un mio amico di 17 anni. Quando ho sentito le urla sono sceso in strada e l’ho salvato, portandolo in casa mia. Loro me l’hanno giurata, mi hanno detto che me l’avrebbero fatta pagare. Per questo avevo paura e giravo con il coltello, ma non volevo ammazzare nessuno”.

Tuttavia il 20enne non è stato in grado di fornire spiegazioni circa il motivo del litigio, se non appunto facendo riferimento ai fatti accaduti qualche giorno fa. L’esatta dinamica della lite e dell’omicidio, inoltre, non è stata accertata perché ha detto che “ero ubriaco, non ricordo esattamente com’è andata”.