cronaca

Il Procuratore capo esclude "bande contrapposte"
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E' stata ritrovata l'arma usata per uccidere Pablo Francisco Macias Trivino, il ragazzo ecuadoriano di 20 anni, ammazzato dopo una lite scoppiata in una discoteca alla periferia di Genova. Il coltello non era stato buttato nel fiume ma era in casa del cugino dell'assalitore reo confesso e che è stato denunciato per favoreggiamento aggravato e detenzione abusiva di arma da taglio in concorso. L'arma, un coltello con una lama di 21 centimetri e con il manico intarsiato, era stata pulita e bruciata per cancellare tracce e impronte.

Dobbiamo “inquadrare questo episodio in un contesto urbano come quello di Genova nel quale gli aspetti di inserimento sociale dei giovani ha più che mai dei problemi”. Lo ha detto Michela Di Lecce, Procuratore capo di Genova, durante la conferenza stampa sull’omicidio.

Di Lecce ha sottolineato come non si tratti di un episodio legato a una guerra tra bande, bensì a un semplice scontro tra gruppi di ragazzi. “In questo caso non si tratta tanto di bande contrapposte per il controllo di una zona, quanto di due gruppetti di giovani che sono venuti in contrasto per ragioni al momento in via di accertamento, ma sicuramente non di particolare consistenza. Non è una situazione allarmante più di tanto dal punto di vista dei conflitti tra bande armate, ma è preoccupante per quella che è una mancata attività d’inserimento dei giovani”.

Per quanto riguarda lo stato di avanzamento delle indagini, il Procuratore di Genova ha specificato che “l’intera dinamica è stata sostanzialmente ricostruita, anche se mancano dei dettagli”.

LA STORIA - Una gigantesca rissa tra sudamericani. Forse un regolamento di conti dopo qualche occhiata di troppo in discoteca. Lo scontro, che ha coinvolto decine di uomini, si è spostato all’esterno del locale. Ad avere la peggio sono stati due giovani, uno dei quali è morto a seguito di una coltellata. L’altro è ferito, ma non risulta essere in pericolo di vita.